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    Coronavirus, posso fare la spesa? Correre? Portare fuori il cane? Domande e risposte dopo l’ultimo Dpcm Conte

    L'ultimo decreto, firmato il 1 aprile, integra e sostituisce quello del 22 marzo: prolungata la chiusura totale fino al 13 aprile

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 23 Mar. 2020 alle 16:02 Aggiornato il 2 Apr. 2020 alle 15:15

    Coronavirus, cosa è vietato e cosa è consentito | Dpcm Conte 1 aprile

    Altro giro, altro Dpcm del premier Giuseppe Conte per arginare l’emergenza Coronavirus: l’ultimo provvedimento firmato dal presidente del Consiglio il 1 aprile (che integra e sostituisce quello emanato il 22 marzo, soprannominato “Chiudi Italia“) ha scatenato nuovamente una serie di domande da parte dei cittadini, che si chiedono cosa è consentito cosa è vietato fare dopo l’ulteriore stretta imposta dal governo a tutta Italia. Dove si può andare a fare la spesa? E correre? Portare il cane a spasso? Vediamo insieme tutte le risposte, la cui validità è stata prolungata fino al 13 aprile 2020.

    Si può andare a fare la spesa?

    Assolutamente sì. Il premier ha più volte sottolineato che la nuova stretta, che impone la chiusura a tutti i negozi, i servizi e le attività produttive “non essenziali” per il Paese, non riguarda anche i supermercati. Di conseguenza, continua a essere possibile andare a fare la spesa (muniti di autocertificazione compilata, rispettando la distanza di un metro l’uno dall’altro e preferibilmente muniti di mascherina e guanti) in qualsiasi momento. La merce sugli scaffali non mancherà, perché il rifornimento è garantito. Sugli orari di apertura, il governo non ha imposto restrizioni, quindi dipende dalle Regioni o dalle singole catene di supermercati. Di base, quasi tutti hanno scelto un orario ridotto nei giorni feriali, fino alle 19 o alle 20, mentre di domenica alcuni restano aperti mentre altri chiudono.

    Arriva la app per evitare le code al supermercato:

     

    Per quali motivi posso uscire da casa?

    Sempre muniti di autocertificazione, possiamo uscire per andare al lavoro – qualora non sia stato possibile attivare forme di smart working – o per andare dal medico. Tra le altre urgenze consentite, c’è la necessità di accudire un parente malato. Nei pressi della propria casa, invece, è possibile uscire per portare fuori il cane (non è più consentito allontanarsi con il cane, ad esempio per andare nei pochi parchi ancora aperti), fare la spesa e compiere altri acquisti considerati essenziali (andare in farmacia, in edicola, dal macellaio, in banca o in Posta).

    Non è più possibile (fatta eccezione, al solito, per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute) andare in un comune diverso da quello di residenza. Sia con mezzi propri, sia con mezzi pubblici. A stabilirlo è stata l’ordinanza adottata lo scorso 22 marzo congiuntamente dal ministro della Salute e dal ministro dell’Interno. In questo modo il governo spera di arginare una volta per tutte il fenomeno degli esodi di tanti cittadini che, visto il fermo della propria attività lavorativa, cercano di tornare nella propria Regione di residenza. Da adesso, almeno sulla carta, non è più possibile.

    Coronavirus, ultimo Dpcm Conte: posso andare a correre?

    Negli ultimi giorni, la possibilità di fare un po’ di jogging è diventata la vera mela della discordia tra i vari cittadini, tra chi non la ritiene un’attività essenziale e chi invece sì. Il governo ha chiarito che chi va a fare sport “da solo e vicino a casa”, con le dovute precauzioni e rispettando l’obbligo di mantenere almeno un metro di distanza dagli altri, può farlo senza paura di incorrere in sanzioni. Per “vicino a casa” si intende un perimetro di 200 metri. Anche in questo caso, come sempre, vige però la regola del buonsenso: se non ci sono spazi aperti vicino a casa – e considerando anche la chiusura di quasi tutti i parchi cittadini – è fortemente consigliato rimanere a casa e non andare a correre. Solo in una regione italiana resta vietato uscire di casa per una passeggiata nei pressi della propria abitazione o fare attività motoria all’aperto: si tratta della Campania.

    Nel Dpcm del 1 aprile, inoltre, il governo si è soffermato sulla situazione degli allenamenti degli atleti delle varie società professionistiche in Italia. Sono stati sospesi tutti gli allenamenti, a tutti i livelli: nessuna società può dunque richiamare i propri atleti e tornare a farli allenare.

    Uscire con i bambini

    Una circolare del Viminale del 31 marzo 2020 ha spiegato che è consentito a un solo genitore di “camminare con i figli minori in prossimità della propria abitazione o spostarsi insieme a loro in situazioni di necessità o per motivi di salute”. I bambini, dunque, possono fare una passeggiata, purché si resti vicino casa e senza incontri con altre persone diverse da un solo genitore. Consentita anche la possibilità di portarsi dietro il bambino negli spostamenti di necessità, come andare a fare la spesa, andare in farmacia o dal medico o all’edicola o in qualsiasi altro negozio aperto. Resta vietato portare i bambini a giocare fuori o a fare un giro in bicicletta, con il triciclo, con il monopattino o a giocare a pallone.

    Di questa circolare, però, nella conferenza stampa del 1 aprile il premier Conte ha fornito un’interpretazione più restrittiva: “Non abbiamo autorizzato l’ora di passeggiata. Si deve restare a casa. Però – ha detto – consentiamo al genitore che va a fare la spesa di portare con lui un figlio per volta”.

    Non sono sicuro che l’impresa per cui lavoro eroghi un servizio “essenziale”. Cosa faccio?

    Se siete dipendenti pubblici, quasi sicuramente state lavorando in smart working e quindi non avete necessità di uscire da casa per svolgere il vostro mestiere. Altri enti pubblici (come le Poste, l’Inps, l’Agenzia delle entrate) stanno assicurando il servizio minimo agli sportelli, pur con una serie di precauzioni per evitare il diffondersi dei contagi da Coronavirus.

    Se siete invece dipendenti privati, il consiglio è quello di consultare la lista allegata al Dpcm Chiudi Italia, con l’elenco di tutte le attività che sono state chiuse dal governo. Di base, rimangono aperte le aziende che offrono servizi di sanità, pulizia, logistica, manutenzione, vigilanza, filiera agroalimentare, trasporti, rifiuti, edilizia legata alla costruzione di nuovi ospedali da campo, tessile collegato alla produzione di articoli sanitari come le mascherine. Aperti anche i call center, non senza polemiche (qui l’inchiesta di TPI sul tema). Le aziende hanno tempo fino a mercoledì 25 marzo di adeguarsi alle nuove direttive.

    Coronavirus, ultimo Dpcm Conte: posso continuare a fare acquisti online?

    Sì, ma anche in questo caso i servizi sono stati molto ridotti. Continua a essere consentito fare la spesa online, anche se ormai il sistema è così congestionato di richieste che diventa difficile che i supermercati e le varie reti di consegne a domicilio accettino nuove domande. In generale gli acquisti online sono ancora consentiti, ma Amazon ad esempio ha già annunciato che da ora in poi consentirà solo ordini di beni essenziali.

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