Coronavirus, cura con plasma iperimmune non funziona: “Stessa mortalità”
La cura con il plasma iperimmune dei malati di Coronavirus, fortemente sponsorizzata in Italia dal dottor Giuseppe De Donno, non funziona. A dirlo è il più grande studio mondiale sviluppato da inizio pandemia, condotto dall’Indian Council of Medical Research (ICMR) e pubblicato su Medrxiv. Secondo gli scienziati, il plasma iperimmune non ha effetti rilevanti sul decorso della malattia e, inoltre, non riduce la mortalità dovuta al Covid-19. I dati parlano chiaro: la mortalità tra i partecipantia allo studio è stata rispettivamente del 13,6 per cento con la cura con il plasma e del 14,6 per cento senza. Inoltre, la malattia è progredita in malattia grave nel 7,2 per cento dei pazienti che hanno ricevuto il plasma dei guariti e nel 7,4 per cento in tutti gli altri.
L’analisi ha coinvolto 464 partecipanti di 39 ospedali, sia pubblici che privati, in 14 stati e territori sindacali in India, ricoverati con malattia definita “moderata”. I pazienti sono stati divisi in due gruppi: il primo, composto da 235 persone, che hanno ricevuto due dosi di plasma con un intervallo di un giorno l’una dall’altra e il secondo, composto da 229 partecipanti, che invece hanno ricevuto il “miglior standard di cura”, senza plasma. “I risultati dello studio indicano che non vi era alcuna differenza nella mortalità a 28 giorni o nella progressione verso la malattia grave tra i pazienti Covid-19 moderatamente malati trattati con CP (plasma) insieme a BSC rispetto al solo BSC (senza plasma)”, fa notare il rapporto.
La cura in questione consiste nella trasfusione del plasma di un paziente guarito in una persona contagiata e non ancora in grado di alimentare una risposta abbastanza forte contro la malattia. Secondo i sostenitori della plasmaterapia, gli anticorpi presenti nella sostanza dovrebbero dare una mano al paziente positivo a sconfiggere il Coronavirus.
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