Fase due: “Otto giorni per valutare impatto”
Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia dell’Università di Padova e consulente scientifico della Regione Veneto, ha dichiarato nel corso del programma Fuori dal Coro che per verificare l’impatto della Fase Due sarà necessario attendere una settimana. “Il campanello d’allarme” di un’eventuale ripartenza dei contagi di Coronavirus, infatti, ha una latenza di otto giorni. “Come se le rubassero in casa e la sirena le suonasse dopo 8 giorni”, ha spiegato Crisanti. Solo tra una settimana, dunque, sapremo qual è stato l’effetto delle nuove misure, e le eventuali ricadute negative si prolungheranno per altre due settimane.
“Questo lo sapremo guardando il numero dei casi, il numero dei ricoveri”, ha spiegato il docente intervenendo nel corso del programma condotto da Mario Giordano su Rete 4. “Penso che uno degli aspetti più importanti della cosiddetta ripartenza sia avere una chiarissima visione dei dati e di come utilizzarli”, ha aggiunto l’esperto. Crisanti ha inoltre attribuito la responsabilità dell’attuale situazione di emergenza, in parte, proprio all’Organizzazione Mondiale della Sanità, ritenendo che questa abbia detto “tutto e il contrario di tutto”. “Corresponsabile in parte con la Cina per quello che è successo, per la diffusione dei contagi. Potevano essere a mio avviso controllati se avessimo avuto informazioni più dettagliate”, ha sottolineato il professore.
Intanto, anche lo pneumologo del policlinico Gemelli e membro del comitato tecnico-scientifico Luca Richeldi ha dichiarato che per verificare l’impatto delle misure del decreto varato il 26 aprile bisognerà aspettare alcuni giorni, almeno 15. “Per capire se i comportamenti di questi ultimi tre giorni, con l’avvio della fase due, porteranno ai risultati sperati dobbiamo aspettare un paio di settimane, almeno così dicono gli esperti”, ha dichiarato Richeldi al programma di Rai tre Agorà.
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