Preoccupa l’andamento dell’aumento di contagi per Coronavirus. Il boom di casi più significativo è quello che si registra in Veneto con 1.422 nuovi casi nelle ultime 24 ore e un totale di 11.433 soggetti attualmente positivi. Il dato è nettamente peggiore rispetto a quello di ieri, quando i nuovi casi erano stati 490. I decessi sono cinque (sette nelle 24 ore), i ricoverati in area non critica 524 (439 positivi e 85 negativizzati) e quelli in terapia intensiva sono 66 (56 positivi e 10 negativizzati). Per capire meglio la situazione abbiamo intervistato il virologo e professore ordinario di Microbiologia dell’Università di Padova Andrea Crisanti.
Professore, parliamo del Veneto: è stato riaperto anche il Covid Hospital di Schiavonia e i casi continuano a aumentare. Come è messa la Regione?
“Ci sono decine di pazienti ricoverati e la situazione è critica. Il Veneto sta per scoppiare: le terapie intensive sono sotto pressione, e ci sono più di 1400 casi nell’ultimo giorno, questi sono numeri neri. Prospetta malissimo”.
Il direttore di pneumatologia Vianello dice che i medici sono tornati in trincea: è cosi?
“Assolutamente sì. Stiamo tornando come ad Aprile. Sta davvero scoppiando”.
Il coprifuoco basterà come misura o meglio andare in lockdown subito?
“Bastano? E chi lo sa. Una cosa è chiara: Il lockdown funziona e lo abbiamo visto, queste misure intermedie chi può dirlo. Sono tutte in via di sperimentazione. I risultati sono imprevedibili”.
Quindi ci vorrebbe l'”innominabile” lockdown?
“Questione importante da sottolineare: io penso che sia inutile anche il lockdown se non si trova prima il modo di consolidare i risultati del lockdown”.
Ovvero?
“Siamo passati dai 20 casi al giorno a 12mila al giorno. E’ ovvio che il tracciamento non funziona. Non si riesce a rimanere stabili così”.
A proposito del problema tracciamento: il Veneto è la regione dove le Asl hanno interagito di meno con Immuni. perché questo boicottaggio?
“I medici a capo dell’unità di prevenzione se ne sono assunti la responsabilità. Il tracciamento è allo sbando, le Asl non hanno recepito i dati di Immuni. Come pensiamo di fermare i contagi così? Qualcuno dovrà davvero assumersene le responsabilità. Io è da marzo che predico l’importanza del tracciamento”.
Come stiamo messi rispetto alla Francia che ha 20mila casi? All’Irlanda che torna in lockdown nazionale? Al resto d’Europa, insomma?
“La direzioni in cui stiamo andando è verso i numeri della Francia. Questa settimana sappiamo davvero cosa succederà, oggi intanto è una giornata nera”.
Lei dice che è impossibile che il vaccino per il Covid-19 arrivi per dicembre?
“Hanno annunciato l’arrivo delle dosi di vaccino, senza che ci sia stata ancora la scoperta del vaccino. Come fa a arrivare a dicembre un vaccino che ancora non esiste? Basti pensare alle problematiche dei vaccini anti-influenzali: le difficoltà nel reperirlo, le dosi che non bastano neanche alle persone a rischio. E sono vaccino con un processo di produzione oliato e rodato da decine di anni. Figuriamoci per la distribuzione di un vaccino nuovo per il Covid!”
Perché Conte ha fatto questo annuncio allora?
“Perché ha toccato le corde più sensibili delle persone, che credono a quello che vogliono credere. E se si intercettano le paure e le speranze delle persone diventano un po’ populisti questi annunci”.