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    Coronavirus, a Codogno zero contagi dall’inizio dell’epidemia. Il sindaco: “Ecco come abbiamo sconfitto il virus”

    Il primo cittadino del paesino in provincia Lodi, divenuto famoso per il primo caso autoctono di Covid-19 in Italia, racconta come sono riusciti a debellare l'infezione

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 11 Mar. 2020 alle 13:16

    Coronavirus, a Codogno zero contagi: le parole del sindaco

    Dopo quasi 20 giorni di quarantena e restrizioni, a Codogno, il paese in provincia di Lodi divenuto famoso per il primo caso autoctono di Covid-19 in Italia, sono stati registrati zero contagi da Coronavirus: un risultato rivendicato con orgoglio dal sindaco della cittadina, Francesco Passerini, che spiega come il virus è stato sconfitto. “Quando l’ho saputo, ho pensato che abbiamo dimostrato che vincere si può e si può farlo solo seguendo il nostro esempio” ha affermato il primo cittadino di Codogno in un’intervista all’Agi.

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    Dopo giorni di sacrifici “I numeri sono finalmente quelli che speravamo – dichiara Passerini che è anche presidente della provincia di Lodi – visto il grande senso di responsabilità che abbiamo dimostrato, il ferreo rispetto delle regole e la forza di comunità che si è sviluppata nel nostro territorio”. Tuttavia, secondo il sindaco è necessario non abbassare la guardia: ““Siamo sempre in guerra, abbiamo 170 persone risultate positive, bisogna continuare con le pratiche che abbiamo sperimentato e metabolizzato. Anche oggi a Codogno c’è in giro pochissima gente, i negozi sono chiusi per scelta propria. Tutti sanno che possono salvare delle vite e che la disattenzione di uno può fare del male ai più deboli, portandoli anche alla morte”.

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    Ma come si sconfigge il virus? La “ricetta” di Passerini non è diversa da quella consigliata dalle autorità sanitarie, ovvero “avere meno contati possibili e uscire solo in caso di necessità lavorativa o sanitaria”. Secondo il sindaco, però, è fondamentale “Non avere paura perché se no si trascende nella psicosi. Occorre coltivare la conoscenza del virus, per quanto possibile, perché poi ci ha dimostrato di essere molto imprevedibile anche all’interno di uno stesso nucleo familiare dove può colpire uno e non l’altro, nonostante gli stretti contatti. C’è bisogno di essere razionali e cercare di essere razionali, camminando tutti insieme nella stessa direzione”.

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    Un sacrificio che i suoi cittadini hanno dimostrato di saper fare: “Sono orgoglioso dei miei concittadini. Non ci sono mai state scene d’isteria o pulsioni aggressive. Hanno affrontato in modo mite e rigoroso la situazione, dimostrando che vincere si può”. Il sindaco ammette che il compito più difficile è stato quello di convincere i giovani a stare chiusi in casa: “Maledetto marzo, era da anni che non c’erano giornate così belle che invogliavano a uscire i ragazzi. Ci siamo inventati di tutto, dal diario online alla radio”. Poi, Passerini conclude la sua intervista con una promessa: “Quando tutto finirà, perché la vinceremo in tutto il Paese, prometto una grande festa a Codogno. Siete tutti invitati, venite a vedere quanto è bella”.

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