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    I cani possono sentire l’odore del Coronavirus? Cosa dicono i primi studi

    Credits: EPA/PIYAL ADHIKARY
    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 3 Mag. 2020 alle 12:45

    Coronavirus, i cani possono sentire l’odore? Cosa dicono i primi studi

    I nostri cani potrebbero riconoscere l’odore del Coronavirus e in questi giorni all’università Statale di milano alcuni ricercatori stanno verificando se l’ipotesi possa essere veritiera: a spiegarlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è Enrico Allevi, etologo dell’Accademia dei Lincei. “Sono studi ancora alla fase iniziale – specifica l’esperto – e si stanno concentrando sulle ossa su cui si sviluppa la mucosa nasale dei cani”. Il motivo per cui uno studio sull’olfatto dei cani si concentri sulle ossa è presto detto: “Queste ossa – spiega ancora Allevi – sono indicatori dell’olfatto della specie: tanto più sono complesse quanto più la specie ha un olfatto raffinato”.

    L’etologo si è poi concentrato anche su come i nostri amici a quattro zampe stanno vivendo questo periodo di quarantena con i loro padroni. “Preferisco chiamarli partner affettivi – chiarisce però Allevi nell’intervista – perché quelle che si stabiliscono tra animali domestici e essere umani sono vere e proprie relazioni affettive, e non dobbiamo sottovalutarle”. L’esperto parla dell’emergenza Coronavirus come “un periodo magico” per i cani, visto che un momento di tale vicinanza in casa con gli esseri umani probabilmente non ricapiterà più: “E’ un’occasione irripetibile per ristrutturare il rapporto con i loro partner affettivi”.

    “Un recente studio scientifico americano – spiega ancora Allevi – ha scoperto che la mente del cane è in grado di leggere le emozioni della mente umana. I cani sono in grado anche di cambiare le emozioni dei loro partner affettivi o soffrono addirittura di crisi abbandoniche se i loro proprietari non dedicano le giuste attenzioni”. Il discorso, invece, è leggermente diverso per i gatti: “Sono autonomi per natura, a volta sfuggenti, ma questo non esclude che siano capaci di coniugare la solitudine con la socialità. Anche se in questi giorni di quarantena i gatti non vivono con la stessa gioia dei cani la convivenza con i loro proprietari”. Il motivo? “I gatti – conclude l’etologo – hanno un rapporto affettivo con i proprietari decisamente diverso, regalano molto più affetto ai loro proprietari di quanto non desiderano riceverne”.

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