Coronavirus, bergamasco guarito a Palermo dal Covid mantiene la promessa e si tatua la Sicilia
Promessa mantenuta. “Mi tatuerò la Sicilia sul petto”, aveva dichiarato Ettore Consonni, il 61enne bergamasco entrato in coma per Coronavirus in Lombardia e risvegliatosi a Palermo. La promessa era arrivata ad aprile, quando l’uomo aveva avuto la certezza di essere guarito dal Covid-19. “Non appena tutta questa storia sarà finita mi tatuerò la Sicilia sul corpo”. E così è stato.
Consonni si è infatti fatto tatuare la sagoma dell’isola con i nomi dei cinque nipoti, dei tre figli, dei rispettivi compagni e della moglie. L’uomo era stato ricoverato e intubato a inizio marzo nell’ospedale di Seriate, nel Bergamasco, per poi essere trasportato all’Ospedale Civico di Palermo a bordo di un aereo militare. Una scelta obbligata, a causa della mancanza di posti negli ospedali lombardi. Così quando si è svegliato dal coma, dopo 23 giorni, l’uomo ha scoperto di trovarsi a Palermo.
“In Rianimazione sentivo l’accento siciliano, ma pensavo a qualche medico emigrato”, aveva raccontato. “Quando mi dicevano che mi trovavo a Palermo credevo scherzassero…”. Il gesto di tatuarsi la Sicilia è dunque un modo bello per omaggiare e ringraziare tutte le persone che si sono presi cura di lui e gli hanno salvato la vita, soprattutto medici e infermieri.
A realizzare il tatuaggio è stato un ragazzo di Bergamo, il quale, ascoltata la storia di Consonni, ha deciso di farlo gratis. “Come promesso ho voluto tatuare la nostra Sicilia per avere sempre il ricordo dei dottori e degli infermieri che mi hanno curato, voluto bene e salvato la vita”, ha spiegato il 61enne. “Un omaggio meraviglioso alla terra che lo ha restituito alla vita, una lezione sontuosa a chi alimenta odio, divisioni e razzismo tra nord e sud. Buon cammino Ettore, e grazie. Divisi siamo niente, uniti siamo tutto”, ha scritto su Facebook il senatore di Italia Viva, Davide Faraone.
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