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    Coppia scomparsa a Bolzano, la sorella di Benno Neumair: “Non credo al suo pentimento, ho sempre saputo che era stato lui”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 9 Mar. 2021 alle 18:44 Aggiornato il 9 Mar. 2021 alle 18:54

    Coppia scomparsa a Bolzano, la sorella di Benno: “Non credo al suo pentimento”

    Madè, sorella di Benno Neumair, non crede al pentimento del fratello, il quale ha confessato di aver ucciso i loro genitori, Peter Neumair e Laura Perselli, la coppia di Bolzano che inizialmente si credeva scomparsa dal 4 gennaio scorso.

    Intercettata dal Corriere della Sera, la ragazza 27enne dichiara in una lettera aperta di aver sempre sospettato della colpevolezza di Benno: “Per me è stato violentemente e dolorosamente evidente fin dal primo pomeriggio del 5 gennaio”.

    “Stento a credere come io sia riuscita a mantenere la calma e la concentrazione nel trambusto e nel dolore più annientante, vivendo nella paura che la verità non venisse mai alla luce – ha affermato Madè – Ho sentito i miei genitori vicinissimi ogni giorno, mi hanno dato la forza di rialzarmi ogni mattina. Mi stanno continuando a dare tutto quello che mi hanno sempre dato nel modo più puro”.

    “Ho vissuto quei giorni con le immagini in televisione di un Benno a braccia larghe che si appoggiava alla balaustra della terrazza dei miei genitori, scrutando con arroganza in basso verso giornalisti e carabinieri; lamentandosi al telefono come di quanto fosse nauseato di tutte quelle strane domande, sentendo nelle varie interviste la sua voce gelida teorie depistanti e palesi menzogne” racconta ancora la giovane.

    “Non credo a un sentimento di pentimento e ci vuole ben poco a capire che la sua confessione fosse un passo dovuto dopo il quadro indiziario a suo carico e non ‘l’effetto di una dissoluzione, di schianto, di tutte le difese di negazione e di rimozione’ (secondo quanto dichiarato dai legali di Benno)”.

    Secondo Madè, infatti, “negazione e rimozione mi paiono ben poco compatibili con la sua intensa attività per depistare e inquinare in maniera calcolata e lucida le prove a suo carico”.

    Nel ripensare a quello che è accaduto alla sua famiglia, la giovane afferma: “Il 4 gennaio ho provato sulla mia pelle che il bene non sempre vince il male, che l’amore di una mamma e di un papà a volte può non bastare, che le parole giuste spesso non ci sono, che nessuna possibile condanna potrà mai compensare quello che in poche ore mi è stato tolto a mani nude. Credo ancora fermamente che la verità possa e debba vincere. Il mio cuore in questo momento è colmo d’amore che sento per i miei genitori, dei gratitudine nei confronti dell’Arma dei carabinieri, degli inquirenti e dei miei legali. Per la vicinanza che sento alla mia famiglia del mondo intero, del bene e della luce che riesco a vedere nonostante tutto nella mia vita, della ‘vita che vuole la vita’, come diceva sempre mia mamma”.

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