Un “uomo incinto” e la scritta: “La diversità è ricchezza”. È questo il contenuto della copertina dell’Espresso di questa settimana, legata alla Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia che ricorre il 17 maggio, che ha provocato la reazione del leader della Lega Matteo Salvini e di Laura Ravetto, deputata leghista e responsabile dipartimento Pari Opportunità.
“Un uomo incinto. Basta con mamma e papà. Futuro e progresso? No. Egoismo e follia“, ha commentato Salvini in un tweet. “Rispettare, non discriminare. Operare secondo uguaglianza significa anche non mortificare le differenze e le specificità. E questa copertina non è rispettosa della specificità femminile. Orgogliosa di essere donna e di poter scegliere se avere in grembo (o meno) un bimbo/a”, ha scritto su Twitter Ravetto.
La copertina disegnata dalla fumettista Josephine Yole Signorelli, nota con lo pseudonimo di Fumettibrutti, arriva in un momento in cui in Italia si discute sul disegno di legge Zan contro l’omotransfobia ma, come spiega il direttore de L’Espresso Marco Damilano, va oltre il ddl. “Una parte della destra italiana non riesce a liberarsi dei suoi fantasmi e non perde occasione per trasformare tutto in un incubo propagandistico. Questa destra è un’anomalia nel panorama europeo”, spiega Damilano, che aggiunge: “È stata provocatoria? Certo, una copertina è uno strumento di dibattito su un tema che riguarda la vita di tante persone e non può stupire che L’Espresso, che si occupa da 65 anni di battaglie civili, possa fare una scelta del genere”.
La diversità è ricchezza: la copertina di Fumettibrutti https://t.co/pkdK7pQ0HT
— L’Espresso (@espressonline) May 14, 2021
Contro la scelta si è schierata anche Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d’Italia. “Il principio per il quale essere omofobi significa essere contrari ad una gravidanza transgender rafforza la convinzione che il ddl Zan non possa essere approvato. L’immagine della copertina de L’Espresso in occasione del 17 maggio, giornata contro le omofobie, deve condurre a questa riflessione. L’Espresso, così come chiunque, deve essere libero di poter sostenere che quella situazione rappresentata nella copertina è una diversità che crea ricchezza. Allo stesso tempo chi pensa come noi che sia non una libertà ma un atto di egoismo in violazione dei diritti dei bambini ed una condizione che non deve trovare una sua tutela nella legge deve essere libero di sostenere le proprie tesi senza essere tacciato di omofobia e quindi perseguito penalmente. Questo si chiama pluralismo e va difeso dicendo ancora una volta un secco no allo Zan”.
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