Il premier Giuseppe Conte lo aveva anticipato rispondendo a una domanda di Giulio Gambino – direttore di TPI – in conferenza stampa: i vaccini non saranno obbligatori. All’orizzonte non ci sono misure drastiche, ma potrebbero esserci delle deroghe previste per il personale sanitario che non intende vaccinarsi. Al momento non ci sarebbe da preoccuparsi: i dipendenti del servizio sanitario hanno dato l’adesione al vaccino in massa, con dati in certe regioni superiori al 90% e comunque quasi ovunque sopra l’80%. Per questo motivo al momento non si ritengono necessari provvedimenti che rendano obbligatoria la vaccinazione contro il Covid. Carlo Palermo, segretario del sindacato più importante dei medici ospedalieri, l’Anaao, spiega di non aver sentito di colleghi che non intendono vaccinarsi. “Bisogna considerare che i medici e il personale sanitario in questi mesi hanno vissuto situazioni difficilissime, umane e professionali. Come potrebbero dire no al vaccino adesso?”. Al momento solo l’Austria ha messo l’obbligo di vaccinazione, gli altri Paesi europei lo suggeriscono, adottando varie soluzioni.
Ieri Conte ha ribadito di aspettare a pensare a ipotizzare misure drastiche. “C’è un dibattito tra di noi sugli operatori sanitari. Ma aspettiamo, vediamo, sono tutte persone responsabili, sanno che di fronte a una pandemia garantire i pazienti è una priorità per tutti. Se dovessimo andare in difficoltà potremmo valutare soluzioni alternative”.
Il ministro alla Salute Roberto Speranza non si trova distante dalla linea del presidente del Consiglio. Intanto è soddisfatto dei dati raccolti in questi giorni dalle Regioni. “Abbiamo al momento segnali molto incoraggianti sulle percentuali di adesione – spiega – Se saranno confermate non ci sarà bisogno di alcun provvedimento per convincere a vaccinarsi gli operatori”. Per quanto riguarda il resto dei cittadini italiani, Conte ha spiegato che “esiste il principio di autodeterminazione per cui qualsiasi trattamento deve essere volontario. Noi facciamo partire il piano: se dovessimo scoprire che la popolazione non si sottopone sarà un problema e allora lo si dovrà affrontare. Ma non c’è ragione di crederlo”. Il premier prevede di arrivare a 10 o 15 milioni vaccinati ad aprile, quando si inizierà ad avere un impatto significativo della campagna. “Se poi dovesse esserci un rifiuto di massa…”.