Continua ad aumentare la curva dei contagi in Italia, spinta dalla variante Delta. E il rischio è che alcune Ragioni raggiungano tra pochi giorni il parametro dei 50 casi ogni 100mila abitanti, tornando così alla zona gialla. Uno scenario che divide gli esperti sui nuovi criteri per stabilire il cambio di colore. Se, infatti, secondo alcuni bisognerebbe prendere in considerazione il tasso di ospedalizzazione e non solo il numero di casi per decidere l’ingresso in una zona più alta di rischio – il 20 per cento di terapia intensive occupate – per altri è importante guardare al numero di vaccinati in ogni Regione, prevenendo sul nascere la possibilità che gli ospedali si intasino.
“Se l’accelerazione dei contagi divenisse esponenziale i rischi di ingresso in zona gialla crescerebbero proporzionalmente”, ha dichiarato a La Stampa Americo Cicchetti, direttore di Altems (Alta scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitar) e dell’Università Cattolica. “Alla luce di una progressione diseguale del piano vaccinale anche le soglie per l’ingresso nelle zone di rischio devono essere modificate. Per questo abbiamo sviluppato una metodologia che fissa nuove e più alte soglie di incidenza dei casi per determinare l’ingresso nelle fasce di rischio, calcolate sulla base delle quote di popolazione immunizzata, poco suscettibile a sviluppare forme severe di malattia”, ha aggiunto.
Una simulazione della Cattolica mostra che, con una crescita via via più alta dei contagi, sette Regioni (mezza Italia) si tingerebbero di giallo entro tre settimane: la Sardegna avrebbe il 72 per cento di probabilità di passare in zona gialla tra una settimana e la certezza tra due. La Sicilia il 53 per cento tra una settimana, mentre il Veneto il 45 per cento di rischio di cambiare colore in sette giorni. Le altre Regioni a rischio sono il Molise, l’Alto Adige e la Lombardia.
Ma considerando la popolazione vaccinata anche con una sola dose e i guariti dal Covid, “pesando” cioè il parametro dei contagi in rapporto alla percentuale di immunizzati – spiega il quotidiano – l’asticella che fa scattare il primo livello di restrizioni si alzerebbe, passando da 50 a oltre 70 casi settimanali per 100mila abitanti, a seconda delle Regioni: il Lazio e la Puglia tra quelle che ritarderebbero di più l’ingresso in fascia gialla, ma anche Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. La zona gialla in queste Regioni scatterebbe comunque prima di quanto non accadrebbe basandosi solo sul tasso di occupazione delle terapie intensive: un parametro che ritarderebbe l’entrata in vigore di misure restrittive permettendo al virus di circolare liberamente troppo a lungo.