Dall’inizio del 2020, la pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto enorme sul nostro modo di vivere; i paesi europei e nel resto del mondo hanno infatti dovuto introdurre misure senza precedenti per tutelare la salute pubblica. Questa crisi ha colpito anche tutti gli aspetti del fenomeno della droga in Europa, dalla produzione, al traffico, alla distribuzione, al consumo di droghe. La Relazione europea sulla droga (EDR) 2021 condotta dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze presenta una panoramica di questi sviluppi.
Nell’anno pandemico 2020:
o 22,2 milioni di europei hanno utilizzato cannabis
o 3,5 milioni cocaina
o 1 milione eroina
Reperibilità della droga: come è cambiato lo spaccio in pandemia
Il primo dato che emerge con chiarezza – e che scatena un dibattito a sé – riguarda la reperibilità di droga in Europa: nonostante la pandemia, non vi è stata una diminuzione della disponibilità di sostanze stupefacenti e ciò evidenzia la resilienza della criminalità organizzata coinvolta nel traffico di droghe. Al contrario, continuiamo a osservare i rischi per la salute pubblica derivanti dalla disponibilità e dal consumo di un’ampia gamma di sostanze, spesso ad elevata potenza o purezza. I dati di routine su cui si basa la relazione si riferiscono al periodo fino alla fine del 2019.
Una delle principali conclusioni dell’analisi è che il mercato della droga è stato particolarmente resiliente alle interruzioni causate dalla pandemia. I narcotrafficanti si sono adattati alle restrizioni sugli spostamenti e alla chiusura delle frontiere. A livello di commercio all’ingrosso ciò trova riscontro in alcuni cambiamenti dei circuiti e dei metodi, con un maggior ricorso al contrabbando tramite container intermodali e catene di approvvigionamento commerciali e un minor ricorso ai corrieri umani.
Sebbene i mercati della droga al dettaglio per strada siano stati interrotti durante i primi lockdown e si siano registrate carenze localizzate, sembra che i trafficanti e gli acquirenti di stupefacenti si siano adattati sfruttando maggiormente servizi di messaggistica criptata, applicazioni per social media, fonti online e i servizi postali e di consegna a domicilio. Questa situazione solleva il problema che un eventuale impatto a lungo termine della pandemia comporterà un ulteriore sviluppo digitale dei mercati della droga.
Le droghe utilizzate in pandemia: minor consumo di MDMA e aumento “droghe domestiche”
Dalle informazioni disponibili emerge che le eventuali riduzioni del consumo di droga osservate durante i primi lockdown sono rapidamente scomparse quando sono state allentate le misure di distanziamento sociale. In termini generali, sembra che vi sia stato un minore interesse dei consumatori per le droghe solitamente associate a eventi ricreativi, come l’MDMA, e un maggiore interesse per quelle legate al consumo domestico.
L’analisi di campioni di acque reflue urbane, benché disponibili solo in alcune città, fornisce informazioni al riguardo. I dati disponibili suggeriscono che durante i primi lockdown i livelli di consumo della maggior parte delle droghe appaiono generalmente inferiori ma poi sembrano riprendersi una volta revocate le restrizioni. Un confronto con il 2019 sembra indicare che il consumo complessivo di gran parte delle droghe sia stato simile e, sulla base di questa fonte di dati, in diverse città potrebbe essere persino più elevato.
I dati dei sondaggi online delle persone che auto-dichiarano il consumo di droghe suggeriscono anche un maggiore consumo di alcol e una maggiore sperimentazione di psichedelici, come l’LSD e la 2C-B (4-bromo-2,5- dimetossifeniletilamina), e di droghe dissociative come la ketamina.
Tra i possibili sviluppi preoccupanti associati alla pandemia vi è l’osservazione riguardante alcuni paesi che potrebbero registrare un aumento della disponibilità e del consumo di cocaina crack. Desta preoccupazione anche la disponibilità di dosi più piccole o di confezioni più economiche di eroina, crack e benzodiazepine. I problemi connessi alla droga spesso si registrano tra gruppi emarginati, come i senzatetto, e in generale chi soffre di problemi connessi alla droga spesso può contare sull’economia di attività sommerse.
Nel 2020 è stato registrato un aumento degli accessi ospedalieri in emergenza correlati alle benzodiazepine rispetto al 2019 da un campione di ospedali sentinella. A corredo di questa relazione, l’EMCDDA sta pubblicando uno studio sulle nuove benzodiazepine disponibili in Europa. Questa classe di farmaci merita maggiore attenzione in quanto il loro consumo in combinazione con altre sostanze psicoattive, compresi gli oppiacei e l’alcol, aumenta il rischio di overdose mortali e non mortali e può essere associato a comportamenti violenti o aberranti.
I dati dei sondaggi online delle persone che auto-dichiarano il consumo di droghe suggeriscono anche un maggiore consumo di alcol e una maggiore sperimentazione di psichedelici, come l’LSD e la 2C-B (4-bromo-2,5- dimetossifeniletilamina), e di droghe dissociative come la ketamina. Questo dato coinciderebbe con una crescita della domanda di sostanze potenzialmente ritenute più adatte al consumo domestico. I dati dei sondaggi suggeriscono anche che probabilmente chi faceva uso saltuario di droghe prima della COVID-19 abbia ridotto o addirittura cessato il consumo durante la pandemia, mentre i consumatori più regolari l’abbiano aumentato.
Tra i possibili sviluppi preoccupanti associati alla pandemia vi è l’osservazione riguardante alcuni paesi che potrebbero registrare un aumento della disponibilità e del consumo di cocaina crack. Desta preoccupazione anche la disponibilità di dosi più piccole o di confezioni più economiche di eroina, crack e benzodiazepine. I problemi connessi alla droga spesso si registrano tra gruppi emarginati, come i senzatetto, e in generale chi soffre di problemi connessi alla droga spesso può contare sull’economia di attività sommerse.
È probabile che questi gruppi siano stati economicamente penalizzati dalle misure di distanziamento sociale e possano essere particolarmente vulnerabili ad eventuali future difficoltà economiche generate dalla crisi attuale.
Nel 2020 è stato registrato un aumento degli accessi ospedalieri in emergenza correlati alle benzodiazepine rispetto al 2019 da un campione di ospedali sentinella. A corredo di questa relazione, l’EMCDDA sta pubblicando uno studio sulle nuove benzodiazepine disponibili in Europa. Questa classe di farmaci merita maggiore attenzione in quanto il loro consumo in combinazione con altre sostanze psicoattive, compresi gli oppiacei e l’alcol, aumenta il rischio di overdose mortali e non mortali e può essere associato a comportamenti violenti o aberranti.
Le relazioni indicano che, nel corso del 2020, la coltivazione di cannabis e la produzione di droghe sintetiche nell’Unione europea sono proseguite ai livelli pre-pandemici.
Ultimi dati
Nello scenario mondiale l’Europa è un mercato importante per le droghe, alimentato sia dalla produzione interna sia dall’importazione illecita da altre regioni. America meridionale, Asia occidentale e Africa settentrionale sono importanti aree di approvvigionamento delle sostanze illecite che giungono in Europa, mentre la Cina è un paese di approvvigionamento importante per le nuove sostanze psicoattive, per i precursori di droghe e per le sostanze chimiche correlate. Oltre a fungere da punto di transito per alcuni stupefacenti diretti verso altri continenti, l’Europa è anche una regione in cui si producono cannabis e droghe sintetiche; la maggior parte della cannabis prodotta è destinata al consumo in territorio europeo, mentre le droghe sintetiche sono prodotte per il mercato europeo ed esportate in altre parti del mondo.
Nel 2019 in Europa sono stati segnalati circa 1,1 milioni di sequestri, riguardanti nella maggioranza dei casi prodotti a base di cannabis. La maggior parte dei sequestri segnalati riguarda piccole quantità di stupefacenti confiscate ai consumatori, ma gran parte del quantitativo totale di stupefacenti sequestrato è dovuto a un numero relativamente ridotto di partite da diversi chilogrammi. Ciò evidenzia come l’individuazione di un esiguo numero di spedizioni possa avere un impatto significativo sui totali complessivi.
Tra il 2009 e il 2019 sono stati registrati maggiori incrementi nei quantitativi sequestrati di metamfetamina (+931 %), MDMA (+456 %) e cocaina (+279 %). In Europa esistono considerevoli mercati di consumo di queste droghe, ma è probabile che l’incremento delle quantità sequestrate rispecchi, almeno in parte, il ruolo più importante dell’Europa come luogo di produzione, esportazione o transito di tali droghe. Gli stessi fattori possono spiegare anche il notevole aumento dei quantitativi sequestrati di amfetamina (+180 %).
La cocaina rimane la seconda droga illecita più diffusamente utilizzata in Europa e la domanda da parte dei consumatori ne fa una porzione redditizia del narcotraffico in Europa per la criminalità. Il sequestro record di 213 tonnellate di droga nel 2019 indica un aumento dell’offerta nell’Unione europea. Negli ultimi dieci anni la purezza della cocaina è aumentata e il numero di persone sottoposte a trattamento per la prima volta è cresciuto negli ultimi 5 anni. Questi e altri indicatori segnalano la possibilità di un aumento dei problemi legati alla cocaina.
Decessi indotti da stupefacenti
l consumo di sostanze ad alto rischio e la poliassunzione continuano ad alimentare i decessi indotti dagli stupefacenti in Europa. La maggior parte dei decessi direttamente legati al consumo di stupefacenti riguarda gli oppiacei, principalmente l’eroina in combinazione con altre droghe, ma al momento destano preoccupazione gli stimolanti come la cocaina e le amfetamine e, più di recente, i cannabinoidi sintetici. L’aumento dei decessi tra le diverse fasce di età, compresi gli adolescenti in alcuni paesi e coloro che hanno più di 50 anni, evidenzia la diversità delle sfide cui devono far fronte i prestatori di servizi e i modelli di prestazione esistenti.
Nel 2019 la Cechia, la Danimarca, la Germania, l’Italia, il Lussemburgo, la Romania e la Slovacchia hanno registrato un aumento del numero di decessi per eroina/morfina. Gli oppiacei diversi dall’eroina, tra cui metadone, buprenorfina, fentanil e suoi derivati e tramadolo, sono stati associati a una quota sostanziale di decessi per overdose in alcuni paesi.
Italia
L’eroina rimane la sostanza primaria maggiormente diffusa tra le persone in trattamento e in cura presso nei servizi per le Dipendenze. Nei Servizi Pubblici, il 64% risulta in carico per eroina e, secondo i dati del Ministero dell’Interno, un terzo dell’utenza del Privato Sociale è in carico per questa sostanza; tale quota sale a circa il 50% tra gli utenti riferiti dai servizi che hanno partecipato alla survey del CNR condotta in collaborazione con il DPA.
* L’eroina è la droga più usata (45,3%) con conseguente +11% di morti per overdose nel 2019
* 14,89% della popolazione italiana fa uso di sostanze;
* 90.000 persone al giorno nel nostro paese assumono Metadone (sostitutivo degli oppiacei);
La Giornata Internazionale contro l’Abuso e il Traffico Illecito di Droga
La Fondazione Villa Maraini-CRI ha dedicato ai provvedimenti alternativi al carcere le celebrazioni della Giornata Internazionale contro l’Abuso e il Traffico Illecito di Droga, indetta per il 26 Giugno dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU).
Nella sede romana della Fondazione Villa Maraini-CRI, si è svolto oggi un incontro tra Magistrati, Forze dell’ordine, rappresentanti del Garante dei Detenuti nazionale e di Roma, dell’Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna, della Direzione Generale Esecuzione Penale Esterna e di Messa alla Prova, della Direzione delle ASL di Roma e Civitavecchia, di S.E.R.D. operatori e utenti in cura presso il Centro Alternativo alla Detenzione di Villa Maraini-CRI che da 20 anni cerca di portare avanti un approccio non punitivo per chi compie reati legati alla droga.
“Ogni anno le Nazioni Unite celebrano la Giornata Mondiale della Lotta alla Droga, noi l’abbiamo voluta dedicare ai provvedimenti alternativi al carcere, perché un terzo delle persone detenute al mondo lo è per reati legati alla droga, quindi noi vogliamo creare sempre più occasioni perché le persone non vadano in carcere ma in un centro di cura, perché è interesse della collettività che chi usa sostanze si curi e non commetta così reati.” Massimo Barra, Fondatore di Villa Maraini, interviene a margine dell’evento.