In relazione all’inchiesta “Concorsopoli” sull’Università Statale di Milano, l’infettivologo Massimo Galli, ex primario del Sacco divenuto noto durante l’emergenza Covid, sarà processato. Galli è stato rinviato a giudizio per falso e una imputazione alternativa tra turbativa d’asta e abuso d’ufficio, assieme al suo ex collaboratore Agostino Riva. Lo ha deciso il gup Livio Cristofano che sta seguendo uno dei filoni dell’inchiesta milanese su presunti concorsi pilotati per posti da professore e ricercatore alla Facoltà di medicina della Statale.
Il processo inizierà il 13 dicembre. Nei confronti di Galli, nell’inchiesta coordinata dai pm Carlo Scalas ed Eugenia Baj Macario, rispetto a quelle originarie le contestazioni erano state ridimensionate ed era rimasto solo un episodio di turbativa e falso per un concorso. Oggi il gup ha dunque deciso di mandare a processo l’ex primario, assieme a Riva, per falso e per una “imputazione alternativa” di turbativa d’asta o abuso d’ufficio.
Hanno invece patteggiato, con un pagamento di circa 8mila euro, altri due protagonisti dell’inchiesta, Claudio Maria Mastroianni, professore alla Sapienza di Roma, e Claudia Colomba, associato all’Università di Palermo. Per loro le accuse erano di falso.
Si tratta di uno dei capitoli dell’inchiesta sui presunti concorsi pilotati per i posti di professore e ricercatore alla facoltà di medicina dell’Università Statale di Milano, condotta dai pm Bianca Maria Eugenia Baj Macario e Carlo Scalas.
Il professor Galli, in prima linea durante la stagione del Covid, oggi ha parlato davanti al giudice e “ha ribadito che il suo operato è stato corretto”, dice l’avvocato Giacomo Gualtieri.
L’accusa a Galli riguarda un episodio di turbativa d’asta e falso in relazione alla procedura in cui Riva è risultato poi il candidato vincente nel 2020 di un “concorso” per il ruolo di professore di seconda fascia in malattie cutanee, infettive e dell’apparato digerente. Concorso di cui le difese avevano offerto una versione alternativa rispetto a quella dei pubblici ministeri in relazione alla scelta dei criteri di valutazione e all’attribuzione del punteggio finale.
Secondo l’indagine dei carabinieri del Nas, coordinati dall’ora procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, Galli avrebbe “turbato con promesse e collusioni” il concorso e avrebbe creato una corsia preferenziale che portò all’illegittima esclusione dell’altro candidato, Massimo Puoti, professionista del Niguarda, che invece risultava molto più titolato.