Il commento della professoressa di Torino sulla foto dell’americano bendato durante l’interrogatorio per l’omicidio del carabiniere
Arriva un nuovo commento shock sul caso dell’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, stavolta da parte della professoressa torinese Patrizia Starnone. La docente, riferendosi alla foto dell’americano bendato prima dell’interrogatorio per l’omicidio del vicebrigadiere, commenta così su Twitter: “Un colpo in testa al reo, come fanno in ogni altro Paese”. L’invito è alle forze dell’ordine che secondo l’insegnante avrebbero dovuto agire più duramente nei confronti del complice del presunto assassino del vicebrigadiere.
Il 28 luglio è apparsa infatti una foto del giovane Gabriel Christian Natale Hjorth, bendato dai carabinieri durante il fermo successivo all’omicidio, nella caserma di via Selci a Roma. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti il ragazzo non risulta l’effettivo assassino del militare ma resta comunque indagato.
Il messaggio della professoressa torinese è comparso sotto il post nel quale la Lega chiedeva che cosa i follower pensassero della foto dell’americano bendato prima dell’interrogatorio in caserma. La Starnone rispondeva così alla richiesta del Carroccio: “È scioccante il fatto che sia stata scattata, pubblicata e che qualcuno si indigni pure dopo l’efferato crimine perpetrato contro il nostro carabiniere. Cari agenti della forze dell’ordine, quando è necessario e non vi è altra scelta un colpo in testa al reo, come fanno in ogni altro Paese”.
Il commento della professoressa di Torino sulla foto dell’americano bendato: la differenza dal commento di Eliana Frontini
Il caso è diverso da quello di Eliana Frontini che contrariamente alla docente torinese si congratulava per la morte del carabiniere scrivendo sui social: “Uno di meno, e chiaramente con uno sguardo poco intelligente, non ne sentiremo la mancanza”. Dopo le polemiche la docente è stata sospesa dal suo incarico dall’ufficio scolastico regionale.
Al momento i profili Twitter e Instagram di Patrizia Starnone sono bloccati. La donna ha cercato di spiegare a Repubblica le motivazioni del suo commento e ha spiegato che le sue parole si riferivano “non alla foto ma al massacro di un carabiniere in servizio”. “È in un caso di pericolo come quello che, dico, le forze dell’ordine, hanno il diritto di intervenire, come scelta estrema con l’uso delle armi. Lo dice anche il codice penale: l’uso delle armi è consentito quando non ogni altro mezzo non è più sufficiente a tutelare la persona. Sono stata attaccata per l’espressione colorita che ho usato, ma intendevo questo”, ha aggiunto.
Alla spiegazione si aggiunge la rabbia e la minaccia di sporgere denuncia per diffamazione: “Sono stata costretta a blindare il mio profilo per i continui insulti diffamatori cui sono stata oggetto tutto il pomeriggio. Anche su Instagram, hanno scavato nella mia vita, violato la mia privacy. La mia colpa è aver difeso le forze dell’ordine. Procederò legalmente. Chi ha offeso l’intera Arma dei carabinieri e la famiglia della vittima, non può essere assolutamente equiparato al mio tweet che è stato strumentalizzato. Credo che nei miei confronti sia stato usato un comportamento squadrista”, ha concluso.
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