Nell’arco di una settimana il presidente del Consiglio Mario Draghi ha ridisegnato l’approccio alla gestione della campagna vaccinale avviata alla fine di dicembre in Italia. Senza grandi annunci, in pochi giorni il premier ha sostituito i vertici della Protezione civile – via Angelo Borrelli, dentro Fabrizio Curcio – e ha conferito l’incarico di commissario per l’emergenza Covid-19 al generale di corpo d’armata Francesco Paolo Figliuolo (qui il suo profilo), mettendo fine alla gestione di Domenico Arcuri.
Due sostituzioni di rilievo, che, insieme alle parole pronunciate dai Draghi sul tema dei vaccini, forniscono le coordinate della nuova era della campagna vaccinale che l’ex presidente della Bce intende avviare in Italia. L’obiettivo, questo è chiaro, è di imprimere un’accelerazione alla somministrazione dei vaccini anti-Covid, arrivando a quelle 600mila dosi al giorno previste dal piano del governo.
Il coinvolgimento diretto dell’Esercito e della Protezione civile da parte di Draghi, attraverso le nuove nomine, è segnale della volontà del premier di ottenere una maggiore capillarità per la campagna vaccinale, ma non è ancora chiaro se il ruolo di Figliuolo sarà solo quello di coordinare o se la gestione delle vaccinazioni sarà ulteriormente accentrata, ridimensionando il ruolo delle Regioni.
Se queste finora hanno proceduto in sostanziale autonomia nella distribuzione delle dosi all’interno del loro territorio, determinando anche differenze di rilievo tra una Regione e l’altra sulle capacità e le tempistiche di somministrazione. Ora – sfruttando le strutture su cui contano militari e Protezione civile – il governo potrebbe procedere in modo univoco.
Le decisioni di Draghi segnano anche un cambio di metodo rispetto al governo Conte. Se è vero che sulle chiusure il premier non sembra aver preso le distanze in modo netto dal suo predecessore (il nuovo Dpcm è atteso per oggi) sui vaccini Draghi ha scelto di cambiare strada: non ha consultato i partiti per le nuove nomine, non ci sono state conferenze stampa né clamore mediatico.
Ma ci sono anche altri elementi da tenere in considerazione. Curcio vanta un solido rapporto con Franco Gabrielli, neo-sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti (la competenza che l’ex premier Giuseppe Conte aveva fortemente voluto tenere per sé negli anni di governo), che potrebbe affiancarlo, per le competenze che lo riguardano, nella gestione della campagna vaccinale anti-Covid.
Figliuolo, invece, ha ricoperto dal 7 novembre 2018 il ruolo di Comandante logistico dell’Esercito, quindi era già impegnato in prima linea nella lotta al Covid. Si è occupato infatti dell’allestimento dei drive in per fare i tamponi, ma anche della distribuzione dei vaccini che arrivavano all’aeroporto militare di Pratica di mare. Ora le sue competenze saranno utilizzate per l’organizzazione complessiva della campagna vaccinale. Nei giorni scorsi, il capo di Stato maggiore dell’esercito, il generale Farina, aveva offerto la piena disponibilità dell’esercito italiano a contribuire in maniera determinante alla campagna vaccinale italiana. La nomina di Figliuolo va dunque in questa direzione. La speranza è che sia quella più giusta ed efficace.
Leggi anche: 1. Commissario Covid: fuori Arcuri, Draghi nomina il generale Figliuolo /2. Vaccini, il governo punta a raggiungere le 600mila dosi somministrate al giorno. Il piano con la Protezione Civile /3. Chi è Francesco Paolo Figliuolo, il nuovo Commissario per l’emergenza Covid scelto da Draghi /4. Von der Leyen: “Dopo il Covid, non sarà tutto finito. L’Europa si prepari a un’era delle pandemie”