Biella, colpisce moglie con ferro da stiro e tenta il suicidio
Nelle prime ore di mercoledì 5 febbraio, intorno alle sette del mattino, a Biella un uomo ha colpito la moglie alla testa con un ferro da stiro e ha tentato di uccidersi con un coltello da cucina.
Il fatto è accaduto in un appartamento di un condominio in via Gorei, a pochi passi dalla Questura. Sono gravi le condizioni dell’ uomo di 67 anni e della moglie di 58.
A dare l’allarme questa mattina a Biella è stato un vicino di casa, cui la donna ha chiesto aiuto per sfuggire alla violenza del marito. Trasportati all’ospedale di biella, la 58enne è stata trasferita d’urgenza al Cto di Torino.
Il tentativo di omicidio-suicidio sarebbe avvenuto al culmine di un litigio. La polizia sta tentando di ricostruire l’accaduto.
La donna presenta una profonda ferita alla testa. L’uomo si è procurato ferite da taglio al collo a una gamba, all’altezza dell’arteria femorale.
Dalle prime testimonianze, un agente, in attesa dell’arrivo delle ambulanze del 118, ha provato a fermare il sangue all’altezza del collo dell’uomo. Tentativo estremo per salvargli la vita.
La coppia è in prognosi riservata.
L’ennesima storia di violenza che si aggiunge agli ultimi agghiaccianti episodi raccolti in pochi giorni.
Sei in una settimana, cinque in due giorni, una ogni 10 ore. Sono impressionanti i dati riguardanti gli ultimi casi di femminicidio in Italia. Un vero e proprio massacro, come sottolinea il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi nella sua relazione all’anno giudiziario, tanto da parlare di “emergenza nazionale”.
E proprio la violenza sulle donne è stata al centro della prima puntata di Sanremo, in cui due momenti hanno catalizzato l’attenzione: il memorabile monologo di Rula Jebreal e il duetto di Gessica Notaro.
Nonostante l’impegno e le parole importanti pronunciate nella serata, il quadro italiano sulla violenza sulle donne fa paura, tanto che il capo della Polizia, Franco Gabrielli si è detto preoccupato sul fenomeno dei femminicidi che ha numeri superiori a quelli diffusi dalle statistiche.
“Siamo davanti ad un problema culturale. Fino a quando nella società le donne vengono considerate come una proprietà questi
fenomeni continueranno ad esserci”, ha spiegato Gabrielli.
“Bisogna fare rete con i centri antiviolenza. Bisogna accompagnare – ha aggiunto il capo della polizia – le vittime perché non si esaurisce tutto con la denuncia, ma spesso i problemi per le donne iniziano in quella fase. Quando una donna viene uccisa è una sconfitta per tutti”.