Fanno discutere le parole dell’assessore regionale del Veneto Elena Donazzan, esponente di Fratelli d’Italia, sulla morte di Cloe Bianco, la prof transgender che pochi giorni fa si è tolta la vita dando fuoco al camper nel quale viveva. Nel 2015 l’assessora aveva pubblicato la lettera di un genitore che si lamentava per l’abbigliamento da donna della docente transessuale. Ora, dopo la tragica scomparsa della prof, Donazzan decide di non fare passi indietro sulle sue posizioni: “Ho definito Cloe Bianco ‘un uomo vestito da donna’ e cos’è se non questo? Oggi a Milano c’è il sole o la pioggia? Qui c’è il sole e anche se volessi la pioggia il sole splende nel cielo”, ha dichiarato a Radio 24.
Proprio nel 2015 l’insegnante era entrata in classe abiti femminili e chiedendo agli studenti di non chiamarla più con il precedente nome maschile. Quel gesto non fu accettato da alcuni genitori degli alunni e a quanto pare da parte del corpo docente, ma soprattutto dopo le dure critiche dell’Assessore regionale all’Istruzione del Veneto Elena Donazzan le polemiche si fecero feroci e la Bianco venne sospesa dall’insegnamento e relegata a ruoli di segreteria.
Secondo l’esponente meloniana, la tragica morte di Cloe Bianco sarebbe strumentalizzata dal movimento Lgbt: “È sconvolgente che il movimento Lgbt stia usando la morte tragica di una persona per fare una polemica politica – afferma in un’intervista a Radio 24 -. Io credo che chi ha lasciato solo il professor Bianco sia proprio il movimento Lgbt”. Secondo Donazzan, il coming out della docente “venne usato allora, come bandiera di grande coraggio ed oggi viene usato in morte per fare una polemica tutta politica, perché sono di Fratelli d’Italia”.
Per Donazzan – che ha denunciato insulti e minacce sui propri profili – “sentire la propria sessualità in modo diverso, particolare, omosessuale, transessuale è una cosa, ma non è la scuola il luogo della ostentazione perché di questo si trattò”. “Perché dire che si è omosessuali è una affermazione – aggiunge -, presentarsi in classe, perché questo accadde, con una parrucca bionda, un seno finto, una minigonna ed i tacchi è un’altra cosa”.
Parole che non sono piaciute agli esponenti degli studenti, che ora chiedono le dimissioni dell’assessore: “Evidentemente, – spiega Marco Nimis, coordinatore regionale del sindacato studentesca Rete degli studenti medi – l’estremo gesto di dolore e disperazione della donna, alla nostra assessora regionale non è bastato. Elena Donazzan non solo ha ostinatamente continuato a rivolgersi a Bianco utilizzando pronomi maschili per tutta la durata dell’intervista, ma ha continuato ad affermare convintamente che, se potesse tornare indietro, non cambierebbe nulla delle proprie dichiarazioni”.
A chiedere le dimissioni dell’assessora di Fratelli d’Italia non sono solo i ragazzi, ma anche il deputato Pd Alessandro Zan che la definisce su Twitter “fascista”. Mentre il deputato di Forza Italia Elio Vito ha scritto: “Ho atteso qualche giorno. Di fronte al suicidio di Cloe Bianco mi aspettavo un gesto, una parola di scuse, di commozione dall’assessore Elena Donazzan, protagonista a suo tempo dell’allontanamento dall’insegnamento di Bianco perché aveva manifestato la sua identità di genere invece silenzio. A questo punto sono necessarie, doverose non le scuse ma le dimissioni”.