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    ClioMakeUp e la reazione ai commenti degli hater: “Piango e faccio bene, perché sono umana”

    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 13 Mar. 2023 alle 08:27 Aggiornato il 13 Mar. 2023 alle 08:28

    Dopo essersi vista augurare “fallimenti e malattie”, dopo essere stata sepolta di odio online, ClioMakeUp – nome d’arte di Clio Zammatteo, imprenditrice ed influencer del mondo dei cosmetici – è scoppiata in lacrime. Più volte. Lo rivela lei stessa in un’intervista al Corriere della Sera, nella quale spiega di essere sensibile agli attacchi degli hater, e di essersi chiesta più volte se facesse bene o male ad esserlo: “Mi sono risposta che ho fatto bene, perché sono umana e ho momenti di fragilità. E perché, oggi, il web sta invece diffondendo la ‘sindrome della ragazza felice’. Quella che ‘tutto è perfetto, tutto va bene, il mio sedere è il più alto di tutti’. E questo perché qualsiasi rappresentazione di umanità e imperfezione desta risposta svalutative. Se mostri una crepa, una ruga, una debolezza, vieni deriso e offeso”.

    A generare l’ultima ondata di odionei confronti di ClioMakeUp è stata l’uscita di un suo nuovo prodotto: “I commenti dei follower affezionati erano positivi, ma essendo i social sempre più esposti a chi passa per caso, c’erano commenti molto aggressivi, lamentele sul prezzo. I miei collaboratori mi hanno sollecitato un video di spiegazioni. Ma io vendo prodotti solo se so che li ho fatti bene e chi mi segue lo sa, perciò ero contraria: il prodotto deve parlare da solo”. Questo non è bastato ad evitarle minacce ed insulti, tra i quali il sempreverde “trovati un lavoro serio”.

    “Io, ogni volta – replica la donna – vorrei prendere queste persone e far loro vedere la mia azienda: con l’e-commerce, le spedizioni, i prodotti, cento dipendenti”. Era convinta che con il tempo certi attacchi le sarebbero scivolati addosso: “Ma quando passi dall’essere persona a essere brand ti prendi non solo le antipatie personali, ma anche tutte le reazioni contro il marchio. Tutto ricade sulle mie spalle. E io sono sensibile, trattengo tutto come una spugna. Eppure, ho sempre ascoltato le critiche costruttive, le ho sempre usate per fare meglio, ma questo sistema, ora, mi fa paura”.

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