Esclusivo TPI. La clinica Mangiagalli, per chi non lo sapesse, è il presidio d’eccellenza dell’ostetricia e ginecologia non solo a Milano ma nell’intera Lombardia. Per intenderci, qui si contano anche 5900 parti l’anno. Non c’è da stupirsi, dunque, se la foto pubblicata incautamente da Fedez su Instagram (lui e Chiara insieme in quella clinica durante l’ecografia di controllo), abbia suscitato un polverone sul web di quelli da cui è piuttosto difficile uscire con argomenti plausibili.
Il Dpcm infatti stabilisce che alle visite e alle ecografie pre-parto possa essere presente solo la madre e non il padre (e comunque nessun tipo di accompagnatore). Il padre può assistere al parto ma per un tempo limitato e attenendosi a regole precise. Basta recarsi in un momento qualunque al Mangiagalli per osservare i padri nel parchetto di fronte, che attendono le loro mogli o compagne. Per questo, la foto di ieri che testimonia la presenza di papà Fedez al Mangiagalli accanto alla sua compagna, nel momento dell’ecografia, ha fatto infuriare migliaia di quasi mamme che, con grande dispiacere, lasciano i compagni fuori dalla porta e di tanti quasi padri che vorrebbero condividere quel momento e magari si accontentano di un collegamento via FaceTime o di qualche foto.
Perché un trattamento di favore per due personaggi noti in un momento così difficile per tutti, in cui si chiedono rinunce e sacrifici a tante coppie? E perché, oltretutto, questo accade proprio in Lombardia e più precisamente a Milano, in cui c’è un lockdown in corso e un focolaio preoccupante? Ho provato a chiedere spiegazioni sia a Fedez che alla clinica in questione. Fedez era sorpreso dalla polemica, lui ha fatto quel che gli è stato concesso di fare dalla clinica, dice. E in effetti, il problema è chi gli ha concesso di entrare, perché è la clinica che stabilisce le regole. (o meglio, la clinica dovrebbe rispettare le regole generali valide per tutti gli ospedali lombardi)
La clinica Mangiagalli risponde tramite il suo ufficio stampa che posso considerare la loro risposta alla questione, una loro risposta a una mamma che ha posto la stessa domanda. Che è questa:
“Gentilissima, grazie per aver segnalato questo episodio. È comprensibile porsi le domande che ci pone Lei in questa situazione, così difficile ed emotivamente coinvolgente. (…). Ogni regola è stata condivisa con i team dei medici e le regole di accesso alle visite e agli esami durante la gravidanza seguono un protocollo valido per tutte le coppie.
Va detto che la maternità non è sempre un percorso lineare, bianco o nero, e in alcuni casi i medici ritengono opportuno affrontare approfondimenti e discussioni sul prosieguo della gravidanza alla presenza di entrambi i genitori. Questi non sono casi frequenti ma si verificano anche durante questo periodo di pandemia.
Ci fa piacere ricordare che la Clinica Mangiagalli ha da sempre, sin dai primi giorni dell’emergenza Covid, scelto di accogliere tutte le volte in cui questo risultasse possibile, il partner anche durante il travaglio: una scelta non scontata e non facile, ma che rappresenta a pieno l’attenzione che il personale ha nei confronti delle coppie che vivono questo lieto evento”.
La risposta dunque, lascia intendere che per qualche coppia esistano delle eccezioni. Che qualche papà venga fatto entrare perché ci sono tematiche molto delicate di cui discutere. Ora, a parte che, verrebbe da dire, sono consentite testimonianze in processi e riunioni aziendali in videoconferenza o zoom, ma a quanto pare non è possibile comunicare via remoto con un futuro papà, e già questo già torna poco.
Ma la vera domanda è: siamo certi che questo discorso sia valido per tutti? Perché tra le tante mamme infuriate anche sui forum e sui gruppi whatsapp “future mamme” girano storie diverse, in cui si sottolinea proprio come anche in gravidanze a rischio, complesse, i padri vengano lasciati fuori. Anche durante la villocentesi o qualunque altro esame più approfondito.
Insomma, gli altri padri possono accedere solo durante il parto e SOLO nella fase espulsiva e Fedez è lì durante un’ecografia. Una ragazza scrive: “Io ero nella sala d’attesa del Mangiagalli che attendevo la visita da sola e mio marito fuori in macchina. Fedez e la Ferragni sono passati qui insieme davanti a me uscendo dall’ambulatorio. Mi avevano detto poco prima che mio marito non poteva entrare”. Insomma, diciamoci la verità: anche sforzandosi di non cavalcare alcun tipo di populismo, la clinica Mangiagalli, da questa vicenda non esce benissimo. Chi lavora in corsia, dovrebbe evitare di crearne di preferenziali, soprattutto in un momento storico in cui deve passare il messaggio che i sacrifici dobbiamo farli tutti, nessuno escluso.
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