Emergono nuovi importanti dettagli sulla morte di Claudio Alonzi e Tiziana Barnobi, i due agenti dei Servizi segreti italiani annegati nel Lago Maggiore il 28 maggio dell’anno scorso. La barca sulla quale erano a bordo – e che si ribaltò durante una tromba d’aria – non ospitava una semplice festa tra colleghi ma una missione segreta congiunta tra l’intelligence italiana e il Mossad.
Lo ha scoperto il giornale online Open, andando a leggere le targhe commemorative dei due agenti esposta a Palazzo Dante a Roma, sede del Dis (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza). Secondo il direttore di Open, Franco Bechis, è probabile che l’operazione tra i Servizi italiano e israeliano riguardasse un traffico di tecnologie militari tra Iran e Russia.
A bordo dell’imbarcazione naufragata c’erano 21 agenti segreti (13 del Mossad e 8 italiani). Quel giorno nell’incidente morirono anche Erez Shimoni, agente del Mossad ufficialmente in pensione, e la russa Anya Bozhkova, moglie dello skipper Claudio Carminati, tutt’ora indagato per l’incidente.
Il Governo italiano non ha mai risposto alle interrogazioni parlamentari presentate su quel naufragio. Lo Stato di Israele rimpatriò immediatamente i 12 agenti sopravvissuti senza che gli inquirenti italiani potessero raccogliere le loro testimonianze.
All’indomani della tragedia, si era parlato di una rimpatriata tra colleghi, ma ora il quadro assume contorni completamente diversi.
In occasione della Giornata della Memoria 2024 per ricordare i caduti dei Servizi segreti italiani, la “parete della memoria” allestita a Palazzo Dante si è arricchita dei nomi di Claudio Alonzi, 62 anni, e Tiziana Barnobi, 53. Per entrambi le ultime cinque righe della biografia sono identiche: “Perde la vita nelle acque del Lago Maggiore il 28 maggio 2023, nel corso dello svolgimento di una delicata attività operativa con Servizi Collegati Esteri”.
Una settimana dopo l’incidente, il canale tv israeliano Channel 12 ipotizzò, citando fonti riservate, che quei 21 agenti segreti stessero indagando su un traffico di tecnologia per armi sofisticate prodotte dall’Iran e destinate alla Russia.
La medesima pista iraniana è seguita anche dagli sceneggiatori israeliani Izhar Har Lev ed Esty Namdar, che stanno lavorano a una serie tv in otto puntate – dal titolo “Maggiore” – su ciò che stava accadendo su quella barca.
Ad alimentare questa ipotesi ci sono anche i contatti che Barnobi (già finalista di Miss Italia nel 1986) aveva allacciato in Iran: la donna – arruolata dai Servizi segreti nel 2016 – aveva lavorato in passato per la multinazionale Samsung, con cui aveva seguito un progetto insieme al Politecnico di Teheran. L’ipotesi è che si puntasse a sfruttare i rapporti personali stretti in quella circostanza per l’operazione degli 007 italo-israeliani.
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