I migliori ospedali d’Italia nel 2024 secondo Agenas
I tre migliori ospedali d’Italia sono, nell’ordine, il Careggi di Firenze, l’Azienda ospedaliero-universitaria delle Marche di Ancona e l’Humanitas di Rozzano, nell’hinterland milanese. Lo dice Domenico Mantoan, direttore generale dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) presentando l’edizione 2024 del “Programma nazionale esiti”, report che valuta le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati in base a 205 indicatori.
“Ci sono eccellenze al Nord, ma iniziano ad esserci anche al Sud e il divario si sta riducendo”, sottolinea Mantoan. “Per la prima volta la Calabria che per anni è sta maglia nera dei Lea non lo è più” e ha fatto un “notevole il balzo in avanti con reparti con situazioni di buona sanità. Anche la Sicilia ha fatto un buon balzo in avanti: vuol dire che è stato fatto un buon lavoro”.
Dopo lo shock della pandemia, che aveva ridotto al minimo l’attività ospedaliera, tornano a salire i ricoveri in Italia: nel 2023 sono stati quasi 8 milioni, ovvero 312mila in più rispetto al 2022, tornando in linea con i valori del pre Covid.
Stando al rapporto, cresce il numero degli ospedali che vantano livelli di eccellenza per almeno il 50% dell’attività svolta: si passa dal 26% del 2022 al 33%. Il nodo principale, nel panorama dell’assistenza ospedaliera, è sempre meno il divario Nord-Sud e sempre più l’eccessiva frammentazione nei volumi di attività, che in diverse strutture porta a volumi di attività troppo bassi per garantire le migliori esperienze e tecnologie.
I migliori ospedali d’Italia: oncologia
Nel 2023 ci sono sono stati 66.532 interventi per tumore della mammella (2.500 in più rispetto al 2022): l’80% dei pazienti è stato operato in strutture con grandi numeri e aumentano a 168 le strutture che effettuano almeno 150 interventi l’anno, ma ci sono ancora 201 ospedali sul territorio nazionale che eseguono solo 50 interventi l’anno o meno. Troppo poco per garantire elevati standard di qualità.
Stesso discorso vale per il tumore del pancreas: nel 2023 ci sono stati 3.053 interventi in Italia, ma solo 10 strutture ne fanno almeno 50 l’anno, coprendo appena il 45% dei casi operati, mentre il 42% è trattato in strutture con volumi bassi o molto bassi (meno di 45 l’anno). E gli ospedali che fanno almeno 50 interventi annui sono tutti nelle regioni del Centro-Nord: il Borgo Roma di Verona, il San Raffaele di Milano, l’Aou Pisana di Pisa, l’Humanitas di Rozzano, la Casa di Cura Pederzoli a Verona, il Policlinico Gemelli di Roma, il Sant’Orsola di Bologna, l’Aou di Padova, il Niguarda di Milano e l’ospedale Mauriziano Umberto I di Torino.
I migliori ospedali d’Italia: maternità
Passando all’area materno-infantile, un Punto Nascita su tre non supera la soglia dei 500 parti l’anno, considerato lo standard minimo di sicurezza. Si tratta di strutture che in base all’Accordo Stato-Regioni del 2010 avrebbero dovuto chiudere i battenti.
Cala lentamente, attestandosi al 22,7%, il ricorso al cesareo, sebbene nelle regioni del Sud – Campania, Sicilia, Puglia, Lazio – si registrino percentuali che arrivano al 40%. Tale valore si riscontra anche in Lombardi, trainato dall’attività delle strutture private accreditate, dove il cesareo “spopola”.
Migliori ospedali d’Italia: area cardiovascolare
Uno dei parametri per valutare la qualità di assistenza nell’area cardiovascolare è la tempestività di accesso (entro 90 minuti) all’angioplastica coronarica nei pazienti con infarto, e questa è aumentata dal 57% nel 2022 al 63% nel 2023. Dai dati emerge una importante eterogeneità territoriale, tuttavia sono molte le regioni che superano la soglia del 60% indicata dalla legge: tra queste spiccano il Veneto, le Marche e l’Emilia-Romagna. Una marcata variabilità intra-regionale è invece emersa in Umbria, Friuli Venezia Giulia, Campania e Calabria. Allarme rosso in Liguria e Sardegna.
Le strutture ad alto volume (oltre 100 ricoveri per infarti all’anno) che hanno garantito un tempestivo accesso a più dell’85% dei pazienti sono in particolare il presidio ospedaliero Barone Romeo di Patt, in provincia di Messina, l’ospedale di Treviso, l’ospedale del Cuore G. Pasquinucci di Massa Carrara.
Sono invece ben 14 gli ospedali che hanno un soglia di intervento entro i 90 minuti sotto il 40% dei casi ben al di sotto dello standard minimo del 60%. Tra questi quelli con i risultati peggiori – dal 30% in giù – ci sono l’ospedale Giaccone di Palermo, l’ospedale San Giuliano di Napoli e il Monaldi sempre di Napoli, ma anche il SS. Annunziata di Sassari, l’ospedale San Paolo di Savona e il presidio ospedalierio Riuniti di Reggio Calabria.
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