“Le attuali proiezioni delle esigenze di offerta assistenziale ospedaliera fanno ritenere che tra 14 giorni il fabbisogno di posti letto per pazienti Covid risulti essere di circa 750-800 p.l. di TI, di circa 7.500- 8.000 p.l. per acuti (di cui circa il 15-20% con assistenza ventilatoria non invasiva), e di circa 1.500 p.l. di degenze sub acute e di comunità”. Spunta la circolare firmata lo scorso 2 novembre dall’assessore alla Sanità Giulio Gallera che, di fatto, smentisce il governatore Fontana sulla questione dell’assegnazione della zona rossa alla Lombardia.
Attilio Fontana aveva accusato il governo di aver basato la suddivisione delle regioni su dati vecchi, parlando di un Dpcm che dava uno “schiaffo alla Lombardia e ai lombardi”. Oggi però si apprende che la Regione Lombardia stesse già misurandosi con dati in netto peggioramento. Come riporta Il Fatto Quotidiano, questo è un estratto di quanto inviato da Giulio Gallera agli ospedali lombardi lunedì scorso, 2 novembre: “In considerazione della ulteriore crescita della curva dei contagi da virus Sars Cov 2 – si legge nelle circolare inviata dall’assessore alla Sanità e al Welfare della Regione Lombardia – si rende necessario dichiarare l’attivazione del livello 4 dell’organizzazione ospedaliera”.
E la nota si concludeva con l’invito alla “immediata sospensione totale delle attività di ricovero programmato”. Oltretutto occorre ricordare che ieri l’Ats di Milano ha invitato i medici a non fare più i tamponi ai contatti stretti di un positivo Covid. L’indicazione dell’Ats arriva qualche settimana dopo le dichiarazioni del direttore Vittorio Demicheli che, in un’intervista a TPI, aveva ammesso l’incapacità ormai di tracciare tutti i contagi nella città di Milano a causa dell’elevato numero di contagi di Covid-19 nella città.
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