Cipollini, l’ex moglie Sabrina Landucci: “Anni difficili e di paura: ho sbagliato a non denunciare prima”
“Non sono un simbolo, sono soltanto una donna che ha combattuto”. Dopo la condanna dell’ex marito Mario Cipollini, Sabrina Landucci invita chi come lei ha subito maltrattamenti a “denunciare subito, invece di aspettare anni come ho fatto io sbagliando”. “Quando la violenza entra in famiglia ogni speranza è persa. E allora una moglie deve chiedersi se è ancora una donna libera o la paura la sta rendendo schiava”, ha detto in un’intervista a Il Corriere della Sera, in cui si è detta “sollevata” dopo la condanna a tre anni dell’ex campione del mondo di ciclismo, accusato di lesioni, maltrattamenti e minacce nei suoi confronti. “Ma questa vittoria, se così si può definire, è velata da una grande tristezza”, ha aggiunto. “Credevo in questo matrimonio e non avrei mai voluto che finisse così”.
L’istruttrice di fitness, madre di due figlie e sorella dell’ex portiere di Inter e Fiorentina Marco Landucci, ha parlato degli “anni difficili e di paura” vissuti con l’ex marito. “Avevo l’assoluta volontà di portare avanti il matrimonio. Ero innamorata di quest’uomo e, sbagliando, sopportavo tradimenti, soprusi e violenze”, ha raccontato. “Mi chiedeva scusa, mi giurava che era cambiato. E io volevo crederci ad ogni costo. Non ero una donna libera”.
Landucci ha spiegato di aver tentato più volte di riallacciare il rapporto, prima della separazione arrivata nel 2012. “Ci sono stati più episodi, terribili, e sono fuggita da casa con le figlie più di una volta”, ha ricordato. “Sono stata denigrata, trattata come un oggetto, insultata davanti ai miei familiari. L’uomo che avevo conosciuto si era trasformato, non era più lui. L’amore era morto, per sempre”. Per difendere le proprie figlie, Landucci ha detto di aver cercato di tenerle il più possibile fuori “dai contrasti” con il padre. “Ed è stato per questo che per anni non ho denunciato. Non volevo provocare loro dolore”. Una scelta che adesso considera un errore: “quando nella famiglia entra la violenza bisogna interrompere ogni rapporto e denunciare”.
Tra gli altri motivi che l’hanno spinta a non denunciare subito, Landucci ha detto che non voleva rovinare la carriera del campione di ciclismo. “Temevo di combattere contro un Golia mediatico e di non essere creduta”.