Cinema America: chi è la ragazza aggredita a Trastevere
Cinema America chi è ragazza aggredita | Aggressione Cinema America – È stata sorpresa e aggredita nei pressi di piazza San Cosimato da due uomini che le hanno bloccato la testa contro il finestrino di una macchina e le hanno detto di riferire al suo ragazzo “di stare calmo”.
L’unica “colpa” di Federica Zacchia, questo il nome della giovane vittima di una nuova aggressione nei pressi dell’Arena del Cinema America, infatti è quella di essere stata l’ex fidanzata di Valerio Carocci, presidente dell’Associazione “Piccolo America”.
Attrice di ventinove anni, dopo il diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia, ha lavorato in numerose produzioni, sia teatrali che cinematografiche che televisive.
Tra le pellicole a cui ha preso parte spicca Viva la sposa di Ascanio Celestini e l’opera prima di Simone Petralia Cenere, in cui Federica rivestiva i panni della protagonista.
E ancora piccole parti in produzioni tv di successo quali Provaci ancora Prof. 5 e La profezia dell’armadillo e tanto teatro con spettacoli che variano da opere tratte da Shakespeare e Pessoa sino a produzioni inedite.
Un amore viscerale, quello per il cinema, che l’ha portata a impegnarsi in prima persona per evitare la demolizione del Cinema America di Trastevere, fatto che ha dato vita poi all’associazione “Piccolo America” e alle proiezioni estive in Piazza San Cosimato.
Fidanzata in passato con Valerio Carocci, presidente dell’associazione, Federica Zacchia nella notte tra martedì 18 e mercoledì 19 è stata riconosciuta da due persone, che si sospetta gravitino negli ambienti di estrema destra, e aggredita proprio per la sua frequentazione con Carocci.
Lunedì 17, due giorni prima dell’aggressione subita, la Zacchia aveva espresso la sua solidarietà ai quattro ragazzi aggrediti il 16 giugno a Trastevere da persone vicine agli ambienti di estrema destra.
“Picchiati perché indossavano la maglietta del Cinema America. Questa è la prima volta che ho messo questa maglia. Stasera la indosso con lo stesso sorriso e la stessa fierezza contro ogni forma di violenza… perché è chiaro che non è una semplice maglia, ma è simbolo di lotta, determinazione e soprattutto di possibilità di costruzione di un’alternativa politica” scriveva la Zacchia su Instagram, inconsapevole del fatto che da lì a poco anche lei sarebbe stata vittima di una vile aggressione.