Tutti gli scambi di mail tra Balocco e il team Ferragni
Sono anche le contrattazioni emerse nello scambio di mail tra Balocco e il team di Chiara Ferragni, prima del lancio del pandoro Pink Christmas, ad aver convinto la procura di Milano a iscrivere Chiara Ferragni e Alessandra Balocco nel registro degli indagati per truffa aggravata dalla minorata difesa dei consumatori.
Nelle mail, già emerse in occasione della multa dell’Antitrust per pubblicità ingannevole, la stessa Balocco sottolinea la possibilità di essere esposti a “pubblicità ingannevole”.
I primi scambi via email
Come sottolinea La Repubblica, gli “scambi tra Balocco e il rappresentante di Fenice e TBS Crew, società della Ferragni, iniziano dopo una chiamata”.
“Ciao! Grazie per la piacevole call! A sintesi degli argomenti trattati: DONAZIONE Sarà la Balocco a contattare l’associazione (in definizione) e sempre la Balocco risulterà come donatrice. La donazione sarà da farsi nel 2022, solo dopo che avremo svelato al mercato il nostro comune progetto – quindi indicativamente dopo maggio, mese nel quale inizieranno i primi incontri con il trade. Definito insieme l’ambito di azione (medico/pediatrico) non vorremmo incorrere in un incidente diplomatico con il Regina Margherita e Gaslini nel destinare la donazione ad altra struttura (es. Bambin Gesù che avete consigliato). Non avendo compreso che il dettaglio della donazione sarebbe stato oggetto del contratto, non ci siamo pronunciati prima se non dopo vostro stimolo. Ecco perché ne è derivata una certa “limitazione” che siamo certe, riusciremo a superare.”
Dalla prima mail, quindi, emerge la volontà da parte della società di Chiara Ferragni, di inserire la donazione, già concordata con la Balocco, all’interno dell’accordo per la campagna del “Pandoro Pink Christmas”.
Le trattative sul comunicato stampa
Nel comunicato stampa diffuso a novembre 2022 viene detto che “le vendite serviranno a finanziare un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino”. Prima di arrivare a questa versione, però, c’è stata una vera e propria trattativa tra le due società.
“Lo storico brand piemontese Balocco, riconosciuto ed apprezzato nel mondo per l’eccellenza della sua offerta natalizia, presenta una novità esclusiva realizzata in collaborazione con Chiara Ferragni: il Pandoro “#PinkChristmas”. […] Con questo prodotto Balocco e Chiara Ferragni sostengono la ricerca contro i tumori infantili, finanziando un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino, attraverso l’acquisto di un nuovo macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing”.
Questa è la prima bozza della Balocco, che viene corretta dal team Ferragni, che informa l’azienda di aver “rivisto il comunicato in qualche punto”.
“Lo storico brand piemontese Balocco, riconosciuto ed apprezzato nel mondo per l’eccellenza della sua offerta natalizia, presenta una novità esclusiva: il pandoro Chiara Ferragni, le cui vendite serviranno a finanziare un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino, attraverso l’acquisto di un nuovo macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing”.
Le perplessità del team Balocco
Balocco, però, non avrebbe voluto inserire il riferimento alla donazione nel comunicato, per non associarla alle vendite del prodotto. Questo, almeno, è ciò che emerge da alcune mail interne all’azienda.
“Ciao a tutte, aggiungo —– in c.c. Per me ok ma massima attenzione all’attività benefica che ci espone a pubblicità ingannevole se correlata alle vendite […] Occorre spiegarglielo bene, meglio forse per telefono […]”.
E in un’altra mail si legge: “Mi verrebbe da rispondere [al team Ferragni]: In realtà le vendite servono per pagare il vs cachet esorbitante”.
Il 18 novembre 2022, poi, Balocco invia un’altra mail al team Ferragni in cui suggerisce delle modifiche su alcuni post diffusi sui social.
“Per noi è molto importante sottolineare il sostegno al progetto benefico senza menzionare le vendite (in quanto si tratta di una donazione che non è legata all’andamento del prodotto sul mercato)”.