Chiamò Meloni “bastarda”, chiesta multa di 10mila euro per Roberto Saviano
La procura di Roma ha chiesto che Roberto Saviano venga condannato a una pena pecuniaria di 10mila euro per diffamazione ai danni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Il caso risale a dicembre 2020, quando l’autore di “Gomorra” definì la leader di Fratelli d’Italia “bastarda”. L’appellativo fu espresso durante una puntata di “Piazzapulita” su La7, mentre si discuteva del tema dei migranti.
“Ritengo il comportamento di Giorgia Meloni un’intimidazione”, ha detto lo scrittore rendendo dichiarazioni spontanee in aula. “Pur nell’assurdità di essere portato a giudizio dal presidente del Consiglio per averla criticata, non c’è onore più grande che può essere dato a uno scrittore che vedere le proprie parole mettere paura a un potere tanto menzognero”, ha proseguito, ricordando poi Michela Murgia.
“Può il potere politico difendersi non nel processo ma dal processo? Rivendico la legittimità della mia critica. Quando un giorno ci si chiederà come è stato possibile lasciar annegare tutte queste persone in mare il mio nome non sarà tra quelli dei complici. Oggi sono qui senza Michela Murgia, che mi è sempre stata accanto”.
“Davvero stiamo accettando che il potere politico pretenda che il potere giudiziario delimiti il periodo nel quale può muoversi uno scrittore?”, ha aggiunto. “È così difficile notare la sproporzione tra chi ha il potere politico e chi ha solo le proprie parole? Sono abituato a pagare un prezzo per ogni parola. È importante però che il tribunale sappia che la scelta è stata fatta”. “Impedire il dissenso”, ha concluso Saviano, “significa colpire a morte il cuore pulsante della democrazia”.
“Bastardo non è una critica ma sempre un insulto, anche per il dizionario è sempre un termine dispregiativo”, ha accusato l’avvocato Luca Libra, legale di Giorgia Meloni. “Sostenere che Giorgia Meloni stia perseguitando qualcuno è assolutamente falso. L’imputato ha usato un linguaggio eccessivo, volgare e aggressivo; è possibile fare critica ma nessuno è al di sopra del codice penale” ha aggiunto l’avvocato, che ha chiesto un risarcimento di 75mila euro più una provvisionale non inferiore a 50mila euro.