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    Chi era Mustapha Manneh, il boscaiolo 32enne morto sul lavoro schiacciato da un albero nel Bellunese

    Credit: Facebook - Mustapha Manneh
    Di Sofia Gadici
    Pubblicato il 20 Ott. 2021 alle 10:55

    Mustapha Manneh era un boscaiolo, aveva 32 anni ed è morto il 18 ottobre nei boschi della Val Visdende, in provincia di Belluno, schiacciato da un albero. Era arrivato dal Gambia per realizzare il suo sogno di riscatto e indipendenza. Arrivato a Tai di Cadore nel 2016, era stato accolto dalla coop Cadore che lo ha aiutato nel suo percorso di formazione. Studiava e lavorava per mantenere i suoi quattro figli rimasti in Gambia.

    La storia di questo giovane boscaiolo è stata raccontata dal Corriere del Veneto. L’incidente mortale è avvenuto lunedì mattina, intorno alle 9, nei boschi della Val Visdende. È stato allertato il soccorso alpino della Val Comelico e sul posto è arrivato l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, una squadra del soccorso alpino e del Sagf, vigili del fuoco e carabinieri. La pianta che ha travolto Mustapha è stata spostata anche con l’aiuto dei suoi colleghi, ma non c’è stato niente da fare.

    Chi lo ha conosciuto lo ricorda come un ragazzo “solare e curioso”. Ben voluto da tutti. “Quando ha dovuto sostenere l’esame per la terza media, faceva tante domande – ricorda Luca Valmassoi, responsabile dell’attività di assistenza dei richiedenti asilo della coop Cadore – e voleva conoscere benissimo la storia dell’Italia, il Risorgimento e i vari periodi storici. Si sentiva fortunato per essere riuscito ad essere arrivato qui e poter lavorare”.  “In questi anni sono passate da noi numerose persone, ma questo ragazzo – dice Alessandra Buzzo, presidente della coop – ce lo ricordiamo bene”. Insieme allo sgomento per questa morte, è scattata la solidarietà: “In queste ore in molti ci hanno chiamato per avere informazioni sull’accaduto, ma soprattutto su come si può fare per aiutare Mustapha a tornare nella sua Africa, dalla sua famiglia ed allo stesso tempo anche per sapere come sarà possibile aiutare i figli rimasti, forse attivando un contributo da inviare con una certa regolarità”.

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