Cavallo di ritorno, cosa è
Il carabiniere morto a Roma la scorsa notte, Mario Rega Cerciello, è stato ucciso durante un’operazione organizzata dai militari per bloccare un “cavallo di ritorno”. Cosa è?
Il cavallo di ritorno è una forma di estorsione a tutti gli effetti. È una pratica, ovviamente illegale, che consiste nella richiesta di un riscatto al legittimo proprietario da parte di chi ha rubato qualcosa.
La storia della parola
Originariamente, con la locuzione “cavallo di ritorno” si intendeva il cavallo da nolo, ossia il cavallo preso in affitto per raggiungere una determinata destinazione da parte di chi non possedeva né una propria carrozza né un proprio cavallo. Dovendo il cavallo ritornare nel luogo da cui era partito, il suo eventuale nuovo noleggio costava meno, essendo il cavallo di ritorno più stanco e lento rispetto a quello dell’andata.
Come si realizza il cavallo di ritorno
Ecco come si realizza: il malvivente entra in azione e ruba qualcosa; poi, si mette in contatto con i legittimi proprietari della refurtiva (attraverso i documenti trovati in una borsa, per esempio, o il libretto di circolazione nel caso delle automobili o dei motocicli) e chiede un pagamento in denaro in cambio della restituzione del bottino.
Solitamente, la cifra richiesta non è equiparabile al valore del maltolto, così da rendere eventualmente svantaggioso un nuovo acquisto. L’incontro si organizza in un luogo e in una data stabilita e l’appuntamento di solito è organizzato con minacce intimidatorie per impedire che le vittime contattino le forze dell’ordine.
Come è morto il carabiniere a Roma
La donna che ha subito il furto ieri, 25 luglio, a Roma, invece, quando ha ricevuto la richiesta del riscatto, ha chiamato i carabinieri. E così, i militari, tra cui Mario Rega Cerciello, sono intervenuti per bloccare il tentativo di estorsione.
Ne è nata però una colluttazione, nel corso della quale uno dei malviventi ha colpito la vittima con otto coltellate. Ferite che ne hanno causato la morte poche ore dopo in ospedale.
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