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    Efe Bal difende Genovese: “Le colpevoli sono quelle zocc**e che andavano a spennarlo”

    Di Cristina Migliaccio
    Pubblicato il 25 Nov. 2020 alle 08:43

    Caso Genovese, Efe Bal: “È innocente, le colpevoli sono quelle piccole zocc**e che andavano a spennarlo”

    Efe Bal, conosciuta come la transessuale più famosa d’Italia, ha difeso Alberto Genovese, l’imprenditore arrestato per stupro a Milano, intervenendo a La Zanzara su Radio 24. Secondo la Bal, Genovese “è innocente. Per me tutte quelle piccole zocc**e che andavano a spennarlo, come un pollo da spennare, sono colpevoli. Sapevano queste zocc****e, piccole ragazzine di diciotto, diciannove anni che fanno vedere tette e culi su Instagram e poi fanno le suore”. I conduttori – Cruciani e Parenzo – le hanno chiesto come faccia a difenderlo. “Ma c’è la droga”, puntualizza Efe Bal. “che rende tutto molto più feroce. Quando c’è la droga lo sappiamo tutti che può succedere qualsiasi cosa: possiamo prendere una coltellata, qualcuno ci può stuprare o inc***re oppure chi prende la droga può sentirsi male, come è successo a Lapo Elkann. Questa ragazza ha capito che adesso non deve più andare a una festa dove c’è droga, è stata una esperienza molto educativa alla fine”.

    Efe Bal prosegue: “Queste sanno che vanno in un ambiente dove possono avere dei regali, prendere un po’ di soldi, borse, e c’è anche la droga – spiega – può accadere che uno prima o poi ti in**la, abbiate pazienza. Allora non ci andare. Sei maggiorenne, e ti puoi aspettare cose di questo tipo. I soldi non si guadagnano facilmente, altrimenti non ci andare. Perché non sono mai finita in una storia così? Perché quando sapevo che c’era di mezzo la droga non sono mai andata. Genovese non era cosciente, ha perso il controllo, e i giudici non dovrebbero nemmeno dargli una grande pena”. Infine, aggiunge: “Se la sono cercata perché pubblicano certe foto, le invitano a feste con la droga, e poi succede che le scopano e dicono: mi hanno stuprato. E allora non ci andavi. Per me questa ragazza non è una vittima. sapeva dove andava a finire e faccio un esempio. Se vai per strada, guidi a trecento all’ora e fai un incidente chi è colpevole? La macchina, l’autostrada? No, sei tu. Conoscevi certi ambienti. Se tu sei andata in una festa del genere, non dovevi”.

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