Caso autoctono di malaria in Italia, l’allarme degli esperti
Il caso autoctono di malaria registrato in Italia preoccupa, e non poco, gli esperti che lanciano l’allarme sulla malattia scomparsa dal nostro Paese negli anni Settanta.
Il caso, così come comunicato dalla Direzione Prevenzione della Regione Veneto, è “stato diagnosticato dall’Azienda Ospedaliera di Verona un caso di malaria autoctona in una persona senza storia di viaggi recenti in paesi in cui la malattia è endemica”.
Tra coloro che hanno lanciato subito l’allarme c’è il virologo Roberto Burioni che sul suo profilo X ha scritto: “Se questo è confermato è un guaio che neanche vi immaginate. Altroché dengue“.
Se questo è confermato è un guaio che neanche vi immaginate. Altroché dengue. pic.twitter.com/EleuEkYFAL
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) November 7, 2024
Anche il direttore di Malattie infettive dell’ospedale genovese Matteo Bassetti invita a tenere alta la guardia: “Se confermato caso autoctono di malaria in Veneto, vuol dire che il processo di tropicalizzazione del nostro paese è completato. Stiamo andando indietro come i gamberi, sia sul clima che sulla capacità di controllo e prevenzione. Dopo la dengue, con malaria autoctona si apre una nuova stagione per le malattie tropicali in Italia. Allerta rossa!!”.
Se confermato caso autoctono di malaria in Veneto, vuol dire che il processo di tropicalizzazione del nostro paese è completato. Stiamo andando indietro come i gamberi, sia sul clima che sulla capacità di controllo e prevenzione. Dopo la dengue, con malaria autoctona si apre una…
— Matteo Bassetti (@ProfMBassetti) November 8, 2024
L’epidemiologo Massimo Ciccozzi ha invece dichiarato: “I cambiamenti climatici potrebbero far tornare alcuni vettori della malaria o di altre malattie tropicali che noi oggi non abbiamo più in Italia. Dobbiamo esserne consapevoli, l’anofele è una zanzara che non si vede più in Italia dagli anni ’70 e in questo momento non ci sono neanche le condizioni adatte”.
L’esperto, quindi, aggiunge: “Il caso di malaria autoctono registrato a Verona e non legato a viaggi in zone endemiche, se confermato, ci pone davanti a delle ipotesi tra cui anche quella che 1-2 zanzare possano aver viaggiato in aereo fino in Italia da Paesi a rischio. Aspettiamo di avere certezze, ma quello che va fatto è la sorveglianza. Ormai dopo la pandemia Covid dovremmo aver imparato la lezione e tracciare per bene i contatti di questo caso”.