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    Case popolari, procedura Ue contro la Regione Lazio: “I rom sono discriminati”

    La famiglia rom di Casal Bruciato, maggio 2019
    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 15 Mag. 2019 alle 13:51 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 00:46

    Case popolari rom Ue | “I rom nel Lazio sono discriminati”. A ribadirlo è l’Unione europea, che ha aperto una procedura di pre-infrazione nei confronti della Regione Lazio riguardo all’assegnazione delle case popolari alle persone di etnia rom. Un segnale dopo gli scontri per l’assegnazione di abitazioni popolari nella periferia di Roma, a Torre Maura ad aprile e a Casal Bruciato a maggio.

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    Sfratti e difficoltà abitative – A sottolineare l’emergenza è stato l’assessore al Bilancio, Alessandra Sartore, nella sua relazione informativa in Consiglio regionale. Il motivo della discriminazione nell’assegnazione degli alloggi popolari sarebbe “la richiesta di requisiti quali la residenza e lo sfratto che, per la loro situazione di fatto, non sono in grado di dimostrare”.

    Sartore ha anche aggiunto che da Bruxelles sono state richieste informazioni specifiche nell’ottica della direttiva 2000/43 sull’uguaglianza razziale.

    La risposta dell’Ue – L’Unione europea ha quindi aperto una procedura di pre-infrazione nei confronti della Regione Lazio riguardo all’assegnazione delle case popolari alle persone di etnia rom.

    Spada di Damocle sulla Regione – In caso di apertura di una procedura, la Regione Lazio potrebbe essere coinvolta per l’aspetto della compatibilità della legge regionale 12/99 “Disciplina delle funzioni amministrative regionali e locali in materia di edilizia residenziale pubblica” con, appunto, la direttiva 2000/43.

    Per il momento quello dell’Ue è un monito alla Regione Lazio a risolvere il problema abitativo per la minoranza rom.

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