Casapound palazzo occupato rimozione scritta | L’ormai nota scritta di marmo che campeggia sul palazzo occupato da CasaPound a via Napoleone III dovrà essere rimossa. Lo ha deciso Virginia Raggi, che ha inviato una lettera al comandante della Polizia di Roma capitale, chiedendo di avviare le procedure per la rimozione. A riportare la notizia è il quotidiano La Stampa.
La facciata dovrà tornare ad essere come era prima dell’occupazione da parte del movimento di estrema destra.
Il palazzo del Demanio di Roma, al civico 8 di via Napoleone III, in zona Esquilino, era stato occupato alla fine del 2003.
Nella stessa lettera la sindaca ha chiesto verifiche sugli esercizi commerciali al piano terra dell’edificio, che risultano appartenere a due società di capitale cinese. Come il palazzo occupato, anche quei due locali sono di proprietà del Demanio, e quindi occupati abusivamente.
La scritta, dopo alcune verifiche, è risultata non essere mai stata autorizzata. È stata installata dopo l’occupazione dello stabile, come dimostrano alcuni documenti fotografici.
La Polizia locale notificherà a breve a CasaPound l’ordine di rimozione scritta. Se questo non sarà fatto, si procederà allo smantellamento.
Secondo la procura della Corte dei Conti, l’occupazione dello stabile è costata allo Stato 4,6 milioni di euro di danno erariale.
Negli ultimi giorni la petizione lanciata su Change.org dall’associazione Insieme in Rete ha registrato un boom di firme.
Casapound palazzo occupato | Chi ci vive
Secondo l’indagine della procura, le famiglie che abitano all’interno del palazzo non sono in stato di necessità e alcuni degli occupanti lavorano per enti comunali e regionali, come l’agenzia che si occupa degli eventi culturali Zetema Progetto Cultura.
Il palazzo occupato Casapound è anche la sede legale del partito, come risulta dalle dichiarazioni presentate in occasioni delle ultime elezioni europee.
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