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    Casal Bruciato, la sindaca Raggi contestata: “Vergogna” | VIDEO

    La sindaca Virginia Raggi a Casal Bruciato Credits: Stefano Fasano
    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 8 Mag. 2019 alle 14:31 Aggiornato il 9 Mag. 2019 alle 00:44

    Rom Casal Bruciato Raggi | La sindaca di Roma, Virginia Raggi si è recata in visita nel quartiere romano di Casal Bruciato nel primo pomeriggio dell’8 maggio per incontrare la famiglia rom a cui è stata assegnata una casa popolare.

    L’accoglienza non è stata però delle migliori: alcune persone hanno contestato la prima cittadina urlandole contro “Buffona”, “non sei la nostra sindaca”, “vergognati”.

    Le dichiarazioni della Raggi – “La famiglia rimarrà nella casa perché ne ha diritto. E le donne che protestano si facciano un esame di coscienza”, ha detto la sindaca Raggi per commentare le minacce di stupro rivolte a Senada, la madre della famiglia Rom.

    La famiglia si è divisa – Sui 12 figli della famiglia di origini bosniache, alcuni sono stati mandati dagli zii. Sono rimasti nell’abitazione in via Sebastiano Satta la bambina più piccola, di 3 anni, e il figlio più grande, di 21.

    Giampiero Palmieri,vescovo ausiliario di Roma, si è recato a Casal Bruciato per aiutare i nomadi: “Sono una brava famiglia, pagano le tasse, lavorano. Volevano anche organizzare una festa con il condominio, per condividere il momento del loro arrivo”, ha detto.

    Poi il vescovo ha aggiunto: “Dobbiamo decidere se essere umani o no”.

    La protesta – Non si ferma quindi la protesta di alcuni residenti, aizzati dagli esponenti di CasaPound contro la famiglia assegnataria di una casa popolare. (qui il racconto della giornata del 7 maggio a Casal Bruciato).

    “Merde, andate via. Tanto dovete uscì…”, sono stati gli insulti diretti contro la famiglia rom, degenerati in:“Troia, ti stupro”.

    Gli schieramenti – Il quartiere sembra esseri polarizzato: da una parte ci sono i militanti di CasaPound che sostengono i cittadini che vogliono mandare via la famiglia di origini bosniache; dall’altra il movimento di sinistra Asia per il diritto alla casa, che ha dalla sua i cittadini che sono pronti ad integrare i nomadi provenienti dal campo La Barbuta.

    La tensione ha iniziato a montare dal 6 maggio, quando la famiglia rom è stata contestata da più di 50 persone che hanno trascorso l’intera giornata in strada per protestare contro il loro arrivo nel quartiere. La famiglia è stata costretta a passare la notte nell’appartamento di via Sebastiano Satta, senza né luce né gas.

    Come ha detto il capofamiglia Imer a TPI “Non mando i miei figli a scuola perché ho paura. Siamo molto spaventati: addirittura i bambini più piccoli tremano da questa mattina” (qui l’intervista completa).

     

    *da Casal Bruciato Stefano Fasano per TPI

    La protesta precedente nella periferia di Roma, contro la minoranza Rom, è quella di Aprile 2019 avvenuta a Torre Maura. Qui alcuni link:

    > “Fate leva sulla rabbia del quartiere”, Simone zittisce CasaPound e difende i rom 

    > Proteste di Torre Maura, il papà di Simone: “Fiero di lui, ma adesso non diventi la voce della sinistra”

    > La scrittrice Elena Stancanelli su Simone, il 15enne di Torre Maura: “Coraggioso, ma non sa parlare in italiano”

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