Casal Bruciato Rom minaccia stupro | “Troia, ti stupro”. Questa la minaccia di un militante di Casapound contro una famiglia di rom assegnataria di una casa popolare a Casal Bruciato, periferia est di Roma.
Il grido è rivolto a Senada, la mamma della famiglia composta dal padre Imer e da 12 figli. Si capisce dalle parole usate che la violenza e l’intolleranza stanno facendo da padrone nella periferia est della Capitale: le proteste vanno avanti da lunedì 6 maggio (qui il racconto dello scoppio delle proteste).
È stato un crescendo di tensione, da lunedì scorso, quando alle 10 di mattina la famiglia ha preso possesso della casa, regolarmente assegnata attraverso una graduatoria, e ad attenderla c’erano già 50 persone pronte agli insulti.
La famiglia è costretta a rientrare in casa protetta da un cordone di polizia coi vigili a portare loro viveri. Hanno paura e, come raccontato a TPI, non mandano i figli a scuola perché “con queste persone in giro è pericoloso” (qui l’intervista al padre della famiglia rom).
Casal Bruciato Roma
Nella giornata del 7 maggio un gruppo di Casapound ha aizzato i cittadini sin dalle prime ore del mattino (qui il racconto della giornata del 7 maggio a Casal Bruciato).
Sono volate, in strada, parole forti: “Merde, andate via. Tanto dovete uscì…”. E poi, in serata, quel vergognoso insulto: “Troia, ti stupro”.
Si sono create nel quartiere due fazioni opposte: i militanti di Casapound insieme ai cittadini che vogliono mandare via la famiglia di origini bosniache e il movimento di sinistra Asia per il diritto alla casa, dalla parte dei cittadini che sono pronti ad integrare i nomadi provenienti dal campo La Barbuta nel quartiere.
Nel pomeriggio di mercoledì 8 maggio è prevista una manifestazione indetta da Casapound contro i rom.
*da Casal Bruciato Stefano Fasano per TPI
La protesta precedente nella periferia di Roma, contro la minoranza Rom, è quella di Aprile 2019 avvenuta a Torre Maura. Qui alcuni link:
> “Fate leva sulla rabbia del quartiere”, Simone zittisce CasaPound e difende i rom
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