Casal Bruciato rom minacce | “Li vogliamo vedere tutti impiccati, bruciati”. Questi gli slogan utilizzati da alcune persone radunate nel cortile condominiale di via Sebastiano Satta a Casal Bruciato, periferia est di Roma, dove da ieri è scoppiata una nuova rivolta contro i nomadi.
A far scoppiare la protesta dei residenti, tra cui alcuni militanti di Casapound è stata l’assegnazione di una casa popolare ad una famiglia di 14 persone provenienti dal campo La Barbuta (TPI ha intervistato il capofamiglia, Imer)
Casal Bruciato Roma
La tensione non si è fermata da ieri e i cittadini continuano ad inveire contro la famiglia di nomadi. “A mio nipote quando aveva 11 anni gli hanno puntato un coltello alla gola per rubargli un euro” dice una residente. “Richiamiamo Mussolini che è morto?”, urla un’altra. “Magari!” rispondono altri in coro.
Intanto, le forze dell’ordine presidiano la zona perché, come ha detto il padre rom di origini bosniache a TPI “è pericoloso stare qui con i residenti”. Non solo per le minacce, ma anche per possibili violenze fisiche.
Per la giornata di mercoledì 8 maggio alle 17 è prevista una manifestazione di CasaPound a Casal Bruciato.
Si teme una seconda Torre Maura, la rivolta di Casapound contro i rom avvenuta ad aprile nel quartiere a est della Capitale (qui abbiamo raccontato cosa è successo).
L’integrazione e il problema abitavo stanno tornando al centro della cronaca romana.
Leggi l'articolo originale su TPI.it