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    “Ci vogliono tirare le bombe, qui abbiamo paura”: il padre della famiglia rom di Casal Bruciato a TPI

    Due componenti della famiglia di Imer alla finestra Credits: Stefano Fasano
    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 6 Mag. 2019 alle 23:02 Aggiornato il 9 Mag. 2019 alle 00:58

    Casal Bruciato rom capofamiglia | “Hanno detto a mio figlio ‘vi buttiamo una bomba’, non ci sentiamo sicuri qui”. Queste le parole di Imer, 40 anni, bosniaco, padre della famiglia rom che è stata assediata dai residenti di Casal Bruciato in rivolta, periferia est di Roma, perché assegnataria di una casa popolare (Qui la giornata di proteste riassunta)

    L’assegnazione dell’immobile ha fatto scoppiare una protesta violenta oggi, 6 maggio, alla quale hanno preso parte anche dei militanti di Casapound. Imer racconta le minacce subite a TPI.

    L’abitazione si trova in via Sebastiano Satta e la famiglia di Imer è arrivata per prenderne possesso la mattina del 6 maggio alle 10.

    “Siamo quattordici: io, mia moglie e i nostri 12 figli”, spiega Imer. Questo nucleo di nomadi proviene dal campo La Barbuta ed abiterà in 100 metri quadrati di appartamento, per il momento non arredato.

    “Già alle 10 c’erano tra le 50 e le 60 persone ad aspettarci sotto casa per aggredirci, e anche quelli di Casapound. Come facevano a sapere del nostro arrivo?”, si chiede Imer.

    > La talpa di Casapound in Campidiglio a Roma

    I cittadini avevano striscioni e urlavano frasi razziste come “tornate a casa vostra”, “prima gli italiani” o “non li vogliamo!”. Durante la giornata sono rimaste circa 40 persone sotto l’appartamento.

    Casapound davanti all’appartamento
    Credits: Stefano Fasano

    A presidiare la zona ci sono stati agenti della polizia e dei carabinieri. “Circa 20 agenti ci hanno scortati. Due di loro ci hanno anche dovuto accompagnare a fare la spesa”, spiega Imer.

    La casa popolare, assegnata con regolare graduatoria, non è nelle migliori condizioni, come racconta il padre di famiglia: “Non abbiamo ancora la luce e il gas e in quattordici dobbiamo ancora capire come usare gli spazi”.

    Dopo la rivolta di Casapound contro i rom avvenuta ad aprile 2019 nel quartiere di Torre Maura (qui abbiamo raccontato cosa è successo), l’integrazione e il problema abitavo tornano al centro della cronaca romana. E anche a Casal Bruciato le forze dell’ordine si aspettano una forte tensione.

    Imer è molto preoccupato per la sua famiglia: “Domani non mando i miei figli a scuola perché ho paura. Siamo molto spaventati: addirittura i bambini più piccoli tremano da questa mattina”. E addirittura, la famiglia non sa se rimarrà a Casal Bruciato, “passiamo la notte, poi vediamo se i residenti si calmano, altrimenti dobbiamo andarcene anche se questa casa ci spetta di diritto”, commenta Imer.

    Intanto, la manifestazione di Casapound a Casal Bruciato prevista per martedì 7 maggio non è stata  autorizzata.

     

    *da Casal Bruciato Stefano Fasano per TPI

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