Cos’è Carola Rackete? Una partigiana. Una persona che in un tempo che lo richiede ha deciso da che parte stare, di parteggiare per gli ultimi, i bisognosi, i disperati e di stare tra gli oppressi. Come disse don Milani: “Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri miei stranieri”.
Ci sono situazioni che non prevedono il galleggiare di mezzo, lo svincolare, l’indifferenza e nemmeno il silenzio: Carola ha deciso ciò che crede giusto prendendosi la responsabilità di contravvenire a leggi che considera ingiuste e assumendosene tutte le responsabilità (al contrario del ministro Salvini che come un coniglio è scappato dal suo processo avvalendosi dell’immunità parlamentare).
La capitana non ha pensato a ciò che era più comodo ma ha scelto la strada più tortuosa in nome di una professionalità che prevede il professare i propri valori nel proprio mestiere e con la propria funzione. Tutto qui.
Se ci pensate bene la vicenda è di una semplicità disarmante, nonostante tutta la retorica e la troppa propaganda. Ha fatto bene? Ha fatto male? Ha scelto da che parte stare, comunque, in un tempo di vigliaccheria e pavidità che vengono spacciate per buone maniere, qui dove diventare egoisti non solo è diventato un diritto ma addirittura vorrebbero convincerci che sia un dovere per difendere la Patria (da chi, poi, sarebbe bene da capire).
Carola ha scelto, qui dove siamo abituati a una classe dirigente di equilibristi che per la preservazione del proprio potere è disposta a qualsiasi compromesso e ce lo rivende come mediazione. Carola è scesa dalla scaletta della sua nave, che sarà sequestrata ed è andata a farsi arrestare con lo sguardo sereno di chi rivendica la propria azione senza nessuna remora, pronta a combattere una battaglia che ritiene doverosa pagandone il prezzo sulla propria pelle, senza cercare scorciatoie, senza supplicare sconti.
Per questo Carola è una partigiana: ha deciso di parteggiare, non restare indifferente. E per questo da sola ha mandato in tilt il ministro dell’inferno, il governo e tutti i sovranisti di casa nostra che si nascondono dentro il flusso di un pensiero comune senza prendersi la responsabilità di verificarne la veridicità, la giustezza, la misura. E per questo i vigliacchi la odiano con tanta rabbia: guardano Carola e si sentono piccoli piccoli.
Quello di Carola è il gesto politico più potente degli ultimi anni. Per questo la insultano
Carola Rackete arrestata: cosa rischia la capitana della Sea Watch