Perché è importante ricordare Carlo Urbani e la figlia Maddalena
Il medico Carlo Urbani è morto il 29 marzo di 18 anni fa, ucciso dalla stessa polmonite atipica originata dal coronavirus che contribuì a scoprire e poi a frenare, la Sars. E ieri è morta la figlia Maddalena, 20 anni, secondo i primi accertamenti per overdose di eroina.
La ragazza è stata trovata senza vita in un appartamento in zona Cassia a Roma, ieri domenica 28 marzo. La polizia ha arrestato il proprietario 64enne dell’abitazione per detenzione di droga. Da stabilire con certezza se sia stato lui a fornirgliela. L’uomo, ora arrestato, era ai domiciliari per reati di droga.
“Quando papà è morto Maddalena aveva tre anni. Noi fratelli siamo tornati da soli in Italia in attesa che mamma ci raggiungesse dal Vietnam. A noi piace pensare che papà sia venuto a prenderla nel momento in cui ha imboccato una buona strada e abbandonato quella cattiva. Aveva dei progetti”, dice Luca, 25 anni, fratello di Tommaso e Maddalena Urbani in un’intervista a Il Corriere della Sera. Il ragazzo esprime tutto il suo dolore per la perdita inaspettata della sorella: “Non pensavo mai potesse finire così. L’avevo vista a dicembre e la sentivo spesso in videochiamata. Era tranquilla e determinata a ricominciare. La sua vita era fatta di alti e bassi e quando era in basso lei non funzionava. In una di queste fasi ha smesso di studiare”.
Il padre di Maddalena, Luca e Tommaso è Carlo Urbani, il medico italiano che salvò migliaia di persone dalla Sars. Era il 28 febbraio 2003, quando Johnny Chen, un uomo d’affari americano fu colpito da una polmonite atipica, e venne ricoverato in un ospedale di Hanoi. Chiamarono Urbani, il quale capì immediatamente di trovarsi di fronte a una nuova malattia.
Carlo Urbani lanciò l’allarme al governo e all’Organizzazione mondiale della sanità, riuscendo a convincere le autorità locali ad adottare misure di quarantena. L’11 marzo 2003, tuttavia, durante un volo da Hanoi a Bangkok, Urbani iniziò a sentirsi febbricitante scoprendo così di avere contratto il morbo. Morì il 29 marzo seguente, dopo diciannove giorni di isolamento.
L’intervento immediato e mirato di Urbani permise di salvare migliaia di vite. Grazie a lui non si scatenò una pandemia. Secondo l’Oms il metodo anti-pandemie da lui realizzato nel 2003 rappresenta, ancora oggi, un protocollo internazionale per combattere questo tipo di malattie. Come oggi nella lotta al Covid.
Urbani, originario di Ancona, consulente dell’Oms e appartenente a Medici senza frontiere, nel 1999 ritirò il Premio Nobel per la Pace per l’impegno di Msf, del quale era presidente per l’Italia, in Cambogia. Durante la cerimonia a Oslo, Carlo Urbani disse: “Il premio non è per noi, ma per l’idea che salute e dignità sono indistinguibili nell’essere umano, che è l’impegno a restare vicini alle vittime, a tutelarne i loro diritti, lontani da ogni frontiera di discriminazione e divisione, che ha avuto un Nobel per la Pace”.
Lo scorso 26 marzo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito la Gran Croce d’Onore dell’Ordine della Stella d’Italia alla memoria di Carlo Urbani. L’onorificenza è stata conferita dal Capo dello Stato su proposta del Ministero degli Affari Esteri. La Gran Croce è stata consegnata alla vedova di Urbani, Giuliana Chiorrini, da rappresentanti del Ministero, al termine di un iter avviato nel maggio 2020 su richiesta dell’ambasciatore d’Italia ad Hanoi, Antonio Alessandro.
“Si tratta – scrive l’ambasciatore Alessandro alla signora Urbani – di una onorificenza conferita in ossequio al suo altissimo contributo alla lotta contro la Sars in Vietnam e al sacrificio estremo che questo purtroppo ha comportato. Siamo onorati di aver proposto questo omaggio alla sua memoria”. “È un riconoscimento che premia il forte legame di Carlo con il Vietnam, e che ci riempie di gioia – dichiara Chiorrini all’Ansa -. Un segno che la voce di Carlo è ancora viva e parla con la forza dei suoi valori”.
L’Ordine della Stella d’Italia è istituito nel 2011 modificando il vecchio ordinamento che premiava italiani all’estero o stranieri che meglio avessero assistito nella ricostruzione dell’Italia. Solo due, ad oggi, gli insigniti della Gran Croce d’Onore dell’Ordine della Stella d’Italia: Carlo Urbani e Barbara De Anna.
Carlo Urbani torna anche nelle pagine di “Pandemia“, l’incredibile romanzo del giornalista premio Pulitzer Lawrence Wright (vinto nel 2007 per il saggio “Le altissime torri: come Al Qaeda giunse all’11 settembre”) scritto poco prima che scoppiasse la pandemia di Covid nel mondo. In un’intervista a Repubblica, Wright spiega: “Carlo Urbani è esattamente il tipo di persona che volevo celebrare, è il mio eroe perché incarna il genere di coraggio e ingenuità che ho trovato spesso nel mondo degli epidemiologi e dei lavoratori della salute pubblica”.
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