Dal primo gennaio al 14 febbraio nelle carceri italiane si sono suicidati 12 detenuti. Gli ultimi quattro sono un 25enne a Palermo, una donna di 29 anni a Messina, un uomo di 33 anni a Monza e un giovane di 24 anni a Roma. È una «strage vergognosa, che non vede fine e che è ancora più grave se si tiene conto che solo dall’inizio del nuovo anno si sono suicidati due agenti penitenziari», dice il segretario generale del sindacato della Polizia Penitenziaria (S.Pp), Aldo Di Giacomo.
Uno Stato che non riesce a proteggere i cittadini che tiene “in custodia” è uno Stato che rinuncia ai propri doveri costituzionali. Si discute sulla rieducazione e sul reinserimento dei detenuti ma si fatica perfino a tenerli vivi.
Continua a leggere sul settimanale The Post Internazionale-TPI: clicca qui