Carabiniere ucciso a Roma, cosa sappiamo finora | La ricostruzione dei fatti
Per l’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 luglio a Roma, sono stati fermati due cittadini americani. Nella tarda serata di venerdì uno dei due ragazzi ha confessato di essere stato lui a uccidere con otto coltellate il vicebrigadiere.
Ora anche il secondo statunitense avrebbe ammesso le proprie responsabilità. A quanto ricostruito dagli investigatori, l’autore materiale del ferimento sarebbe il 19enne Lee Elder Finnegan.
Carabiniere ucciso a Roma: la ricostruzione
Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, il presunto omicida e il suo amico avrebbero rapinato un pusher nel quartiere Trastevere per “vendicarsi” della truffa subita giovedì 25 luglio.
I ragazzi sarebbero stati ingannati dallo spacciatore. I due erano in cerca di droga, ma la sostanza che hanno acquistato era aspirina tritata e non cocaina.
Dopo essersi resi conto di essere stati truffati, i due americani sono tornati indietro e hanno strappato la borsa al pusher per riprendersi i soldi e la droga. Nel borsello si trovava anche il cellulare dello spacciatore, quest’ultimo ha quindi chiamato il suo numero di telefono per mettersi in contatto con i due americani.
Carabiniere ucciso a Roma: Salvini propone “lavori forzati per tutti”. Peccato che non esistano
Il pusher sarebbe riuscito quindi a mettersi in contatto con i ragazzi. I due avrebbero risposto al telefono, e avrebbero insistito sulla droga. Pusher e americani si sarebbero accordati per uno scambio: la borsa in cambio della droga “vera” e 100 euro. Si mette in atto il cosiddetto ‘cavallo di ritorno’. (Qui abbiamo spiegato in cosa consiste questa forma di ricatto).
Il luogo di incontro stabilito dalle due parti è stato sotto l’albergo dove gli americani alloggiavano, a pochi passi da piazza Cavour, in via Pietro Cossa, nel quartiere Prati.
Lo spacciatore, però, decide di chiamare anche i carabinieri. Si presenta al telefono come vittima di un furto. Al 112 racconta anche dell’accordo che ha preso con i suoi “scippatori”. Omette la parte che riguarda la droga.
Agli agenti l’uomo dice che i rapinatori vogliono 100 euro in cambio della sua borsa.
A questo punto entra in scena Mario Cerciello Rega. Accompagnato dal collega Andrea Varriale, Rega si presenta all’appuntamento al posto del pusher. I due militari sono in borghese.
Sono più o meno le tre di notte, i due ragazzi consapevoli di incontrare uno spacciatore nel frattempo si sono armati di un coltello. I carabinieri si presentano all’appuntamento e si qualificano come forze dell’ordine. Chiedono i documenti ai ragazzi, ed è a quel punto che uno di questi estrae il coltello e infilza il vicebrigadiere Rega.
Otto coltellate, 100 euro e un’aspirina al posto della cocaina. Per questo è morto Mario Cerciello Rega.
Le auto della polizia a sirene spiegate: l’ultimo saluto al carabiniere ucciso a Roma | VIDEO
I due erano stati sorpresi dai militari nella mattina di venerdì 26 luglio presso l’hotel Meridien di via Federico Cesi, a pochi passi dal luogo del delitto. Sono stati identificati grazie all’aiuto delle telecamere di video sorveglianza della zona.
Tanti sono ancora i dubbi sulla dinamica dell’incidente. Gli inquirenti aspettano di approfondire per chiarire la vicenda.
I funerali di Mario Cerciello Rega veranno celebrati lunedì 29 luglio alle 12 a Somma Vesuviana nella chiesa di Santa Croce in via Santa Maria del Pozzo 114, la stessa chiesa dove poco più di un mese fa il carabiniere si era sposato.
Carabiniere ucciso Roma: ecco chi sono gli americani responsabili dell’omicidio
“Sono stato io” avrebbe detto il ventenne statunitense con i capelli mesciati che viene da una famiglia facoltosa. Le indagini vanno avanti per chiarire alcuni nodi ancora da sciogliere come le modalità e le finalità del furto della borsa sottratta a un cittadino a Trastevere che ha innescato l’operazione in cui è morto il carabiniere Mario Rega Cerciello. (Qui una ricostruzione completa della vicenda).
Ma ora c’è il fermo di due persone: si chiamano Christian Gabriel Natale Hjorth ed Elder Finnegan Lee, e sono i 2 americani responsabili dell’omicidio del vicebrigadiere . Hanno 19 e 20 anni. Il loro fermo per omicidio volontario e tentata estorsione è arrivato al termine di un lungo interrogatorio in cui uno dei due ha confessato di aver affondato per almeno 8 volte la lama di un coltello nel corpo del carabiniere di 35 anni nella notte a cavallo tra il 25 e 26 luglio scorsi in pieno centro.