Carabiniere ucciso a Roma: Brugiatelli non ha mai parlato di due magrebini
Continuano le contraddizioni nel caso del carabiniere ucciso a Roma: Sergio Brugiatelli, infatti, smentisce la procura e afferma, tramite il suo legale, di non aver mai detto di essere stato derubato da due magrebini.
A dirlo a Fanpage è il suo avvocato Andrea Volpini.
Secondo quanto dichiarato dal legale, infatti, Brugiatelli “Non ricorda di aver detto subito dopo l’omicidio di Cerciello Rega che gli aggressori fossero magrebini: l’unica cosa che ha detto in quel momento, in cui era sotto shock per quanto accaduto, che si trattava di persone con accento straniero”.
La dichiarazione, però, smentisce la tesi della procura, confermata nel corso della conferenza stampa tenutasi nella giornata di martedì 30 luglio.
Durante l’incontro con i giornalisti, infatti, il comandante provinciale dei carabinieri Francesco Gargaro aveva confermato che “L’indicazione del fatto che fossero stati due maghrebini è stata data da Brugiatelli”.
Nel frattempo, l’avvocato ha anche dichiarato che il suo assistito si costituirà parte civile per il furto subito e la tentata estorsione.
La nuova rivelazione di Brugiatelli arriva poche ore la diffusione di una lettera, che il 47enne ha diffuso alla stampa per chiarire alcuni punti sulla vicenda del carabiniere ucciso a Roma.
Brugiatelli, a cui i due ragazzi americani hanno rubato lo zaino innescando la serie di eventi che ha condotto alla morte il vice brigadiere Rega nella notte tra il 25 e il 26 luglio, ha smentito sia di essere un informatore delle forze dell’ordine che un intermediario di pusher.
L’uomo, poi, ha precisato di aver contattato il 112 in seguito al furto del borsello perché aveva paura che i due americani potessero fare del male ai suoi parenti. Secondo quanto dichiarato dal 47enne, infatti, oltre ai documenti, Brugiatelli aveva le chiavi della casa dove vive con suo padre malato, la sorella e la nipote.
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