Carabiniere ucciso a Roma, gli insulti su Facebook
Il Carabiniere ucciso viene anche coperto d’insulti dopo la sua morte. “Uno di meno, e chiaramente con uno sguardo poco intelligente, non ne sentiremo la mancanza”: è il commento all’omicidio di Mario Cerciello Rega, il vice brigadiere dei carabinieri morto due notti fa a Roma, che compare sulla pagina Facebook di un’insegnante di Novara, Eliana Frontini.
Il post ha scatenato centinaia di risposte indignate, finché la donna non si è scusata. “Ho commesso un errore gravissimo, me ne sono resa conto appena ho cliccato su invia, ma ormai il danno era fatto”, prova a giustificarsi l’insegnante.
Carabiniere ucciso a Roma, le scuse dopo il post
“Ho scritto una cavolata, non c’è nulla da dire – aggiunge – Mi sono lasciata guidare dalla sensazione che spesso le forze dell’ordine non intervengono quando serve, quando una donna è maltratta o peggio, si muovono solo quando ormai è troppo tardi – continua – E ho scritto quell’enorme sciocchezza, senza nemmeno pensare alla vedova e a chi voleva bene al vice brigadiere, una sciocchezza che ho provato a correggere immediatamente con un altro post, ma ormai…”.
“Voglio chiedere scusa a tutti – conclude l’insegnante – In particolare a chi era vicino al militare e ora è straziato dal dolore e chiedo scusa all’Arma dei carabinieri e all’Italia intera. Sono stata una stupida”.
Il profilo dell’insegnante è stato inondato da critiche e insulti e molti esponenti politici hanno preso posizione sulla vicenda. Tra loro, i parlamentari della Lega Paolo Tiramani e Cristina Patelli, che hanno annunciato un’interrogazione.
“Su Facebook ormai chiunque si permette di scrivere qualsiasi cosa. Senza freni – commenta il sindaco di Novara Alessandro Canelli – Dalla ex senatrice Pd che insulta il ministro degli Interni solo perché non la pensa come lui, a chi addirittura commenta compiaciuta la morte del povero vicebrigadiere Cerciello insultandone la memoria e deridendolo. La cosa incredibile è che entrambe le persone sono insegnanti e hanno la responsabilità di formare giovani”.
Il post ha suscitato l’indignazione anche dei sindacati di polizia.
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