Caos treni regionali nord Italia: risse e assembramenti
I convogli strapieni, i posti venduti a più di una persona, le mascherine che non vengono usate: i viaggi nella Fase tre avvengono tutt’altro che in condizioni di sicurezza sui treni regionali nel Nord Italia. In particolare, TPI ha raccolto le denunce di passeggeri della tratta Mestre-Verona, Verona-Milano e Sestri Levante-Milano.
“Queste sarebbero le norme anti contagio? – denuncia Edoardo, di Milano – Vorrei chiedere al sindaco Sala perché quando ci chiede di tornare al lavoro, non si occupa prima delle infrastrutture”. “Oltre un’ora di ritardo – dice invece un’altra passeggera, Martina – hanno fatto scendere le persone sulla tratta da Mestre perché c’era troppo affollamento. Hanno venduti i biglietti a più persone di quante permesse per legge”. Come si vede nei video, le persone sono accalcate e non rispettano il distanziamento sociale, né indossano DPI necessari nei luoghi chiusi. Questo ha creato caos per l’intera mobilità del weekend.
Liguria in tilt
In Liguria, nella prima domenica d’estate, le spiagge delle riviere sono state prese d’assalto da migliaia di persone che hanno raggiunto il bagnasciuga soprattutto con i cosiddetti “treni del mare”, unica alternativa alle code delle autostrade. Il trasporto pubblico per la stringente normativa anti Covid dovrebbe avere una capienza pressoché dimezzata. E quindi in caso di sovraffollamento il capo treno è tenuto a fermare la corsa e far scendere le persone.
Su diversi treni è stato necessario intervenire per scongiurare un sovraffollamento: è successo per esempio su un treno a Savona, diretto a Genova, carico di bagnanti di ritorno dalla riviera che sono stati fatti scendere per prendere alcuni bus messi a disposizione dalle Trenitalia. Ed è successo anche a Sestri Levante, dove un treno serale diretto verso il capoluogo è rimasto letteralmente bloccato: il capotreno è infatti intervenuto, invitando i passeggeri in eccesso a scendere, per prendere un treno già predisposto nel binario a fianco.
Americo Pilati, il presidente della Federalberghi ligure, ha parlato così: “I turisti hanno impiegato in media 6 ore, per raggiungere dalla Lombardia la Riviera dei Fiori: il doppio, rispetto a quello cui erano abituati. Sono venuti da noi perché questa è una terra bellissima, e perché gli italiani sanno quanto abbiamo sofferto negli ultimi anni, tra le alluvioni e il crollo del Ponte Morandi: vogliono stare dalla nostra parte, aiutarci e divertirsi un po’. Ma a queste condizioni, addio”.
Un’estate caldissima
E mentre i governatori cercano una soluzione per i trasporti, i pendolari non si fermano. Né per le vacanze e le gite del fine settimana, né tantomeno per andare a lavorare. Il Covid-19 è molto meno virulento al momento, ma non mancano i focolai sparsi per tutta Italia. L’estate sui treni, se non si rispettano le norme di sicurezza, non sarà semplice.