Dopo il caos delle mascherine U-Mask anche le Ffp2 finiscono nel mirino dei controlli. Proprio quelle che dovrebbero garantire la massima protezione dal virus. Alcuni dispositivi di protezione al Covid in commercio in Italia, infatti, non sono originali e non superano i test di filtraggio. E sei pratiche su dieci per commercializzare le mascherine chirurgiche non ricevono la validazione dell’Iss.
Secondo quanto scrive Il Messaggero, i dati dalle agenzie delle dogane dicono che il 10 per cento del materiale analizzato (percentuale indicativa, dato che le dogane lavorano su campioni di merce) non supera i controlli. Secondo Isabella Mori, responsabile del servizio di tutela di Cittadinanzaattiva, “occorre stare attenti. Per quanti controlli si possano realizzare il rischio Zero non esiste e migliaia di mascherine che non rispettano la legge entrano comunque nel mercato”.
Inoltre, “La presenza del marchio CE non basta, occorre sempre seguire l’intera catena documentale”, spiega Stefano Pagnutti, CEO dell’azienda padovana Clariscience che si occupa di verificare la documentazione di conformità delle mascherine filtranti.
Ecco come riconoscere una mascherina Ffp2 contraffatta
La caratteristica di “capacità filtrante” nei confronti di microparticelle e una garanzia respirabilità viene indicata con la sigla EN 149:2001 + A1:2009, la norma specifica UE per mascherine facciali. Sulla confezione o direttamente sulla mascherina stessa deve essere presente il marchio CE, apposto a garanzia del rispetto delle norme vigenti, e nel caso dei dispostivi come le Ffp2 e Ffp3, il marchio CE deve essere accompagnato da un codice di 4 numeri, che identifica l’Organismo Notificato valutante la conformità del prodotto alle norme europee. La lista di tutti gli organismi notificati è contenuto nel database NANDO della commissione europea.
“C’è da dire che è stato più complicato rilevare eventuali irregolarità perché con l’emergenza sanitaria il decreto Cura Italia ha introdotto una deroga al rispetto delle norme vigenti per velocizzare l’immissione in commercio di DPI ad uso medico da usare strettamente in ambito sanitario e che resterà in vigore fino alla fine dello stato di emergenza. Il risultato è che possono essere venduti DPI senza marcatura CE e senza riferimento all’organismo notificato certificatore”, spiega Margherita Fort, responsabile dell’area regolatoria di Clariscience.
Le mascherine filtranti facciali, come le Ffp2 e le Ffp3, sono dispositivi di protezione individuale di categoria III di rischio e per questo devono rispettare il Regolamento UE 425/2016. Per essere immesse in commercio devono quindi essere valutate da un organismo notificato designato per la certificazione dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie. L’organismo notificato certificherà la conformità del prodotto ai requisiti della norma tecnica EN 149:2001+A1:2009 e il produttore, dimostrata la conformità del prodotto, potrà così apporre il marchio CE.
Oltre al riferimento EN 149:2001+A1:2009, sulle mascherine Ffp2 devono essere riportate:
• marchio CE, seguito da un codice a 4 cifre che indica l’organismo notificato;
• identificazione del fabbricante;
• tipo e classe del dispositivo di protezione (FFP2/FFP3).
“L’assenza del marchio CE o delle altre informazioni potrebbe indicare che ci troviamo di fronte a una maschera contraffatta”, spiega il Ceo di Clariscience. Attenzione anche alle proporzioni del marchio CE che, per legge, sono precise. Quando il marchio è diverso o ha dimensioni differenti nasce il sospetto che sia contraffatta. Per verificare il codice a 4 cifre è sufficiente fare una rapida ricerca nel database NANDO della Commissione europea e verificare se l’organismo che ha rilasciato la certificazione sia accreditato effettivamente per la valutazione del DPI.
Come riporta Business Insider, grazie all’elenco è possibile verificare se il numero che troviamo sotto il marchio CE della mascherina Ffp2 o Ffp3 corrisponde effettivamente ad un ente autorizzato a valutare dispositivi di protezione delle vie respiratorie. “Una volta trovato il codice di 4 numeri nell’elenco e aperta la scheda dell’organismo notificato, si potrà verificare quali tipologie di prodotti e secondo quali normative è autorizzato a certificare l’ente in questione. Nel caso delle maschere filtranti dovremmo trovare proprio il riferimento ai ‘personal protective equipment‘ e al Regolamento EU 2016/425 e nello specifico, tra i prodotti valutati, il riferimento a “equipment providing respiratory system protection”.
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