Zuccatelli resta attaccato alla poltrona. Il nuovo commissario alla Sanità calabrese, nominato dal Governo Conte dopo le dimissioni di Cotticelli, non ha intenzione di lasciare facilmente l’incarico, nonostante il video circolato in rete e risalente a maggio nel quale diceva che le mascherine non servono a evitare il contagio. Dichiarazioni poi riviste dallo stesso Zuccatelli, ma che per molti sono incompatibili con il delicato ruolo che gli è appena stato affidato.
Intervistato da Buongiorno Regione dalla Tgr Rai calabrese, il super commissario ha dichiarato: “Io non mi dimetto spontaneamente dall’incarico per il quale sono stato designato – ha detto alla Tgr Calabria – ma se mi sarà chiesto dal ministro io sono disposto a farlo”. Eppure tecnicamente Zuccatelli non ha ancora ricevuto l’incarico: manca infatti il decreto di nomina, “che non mi è stato ancora notificato” e quindi “non posso svolgere le mie funzioni”, ha aggiunto il diretto interessato.
“Stamattina, anche se la mia nomina non è ancora operativa ho voluto parlare pubblicamente per i calabresi e per quello che stanno subendo”, ha spiegato il commissario. Nel corso dell’intervista, ha commentato l’ormai celebre video che ha suscitato tante polemiche. Zuccatelli ammette di aver “detto una fesseria. Ma in quel periodo eravamo nella prima fase della pandemia”, (anche se in realtà il filmato era di maggio).
“Non sono negazionista”, ha ribadito il commissario, “e non c’è alcun dubbio che le mascherine sono indispensabili, così come lo sono il mantenimento della distanza ed il lavaggio frequente delle mani. Quello che mi chiedo, comunque, è come mai quel video sia stato fatto uscire subito dopo la mia designazione. Non ci sto, comunque, ad essere martirizzato per un video di 20 secondi. Così come non ci sto ad essere descritto in chiave macchiettistica”.
Adesso spetta dunque al Governo e al ministro Speranza sciogliere questa complessa matassa, considerando anche che Zuccatelli non ha ancora ricevuto il decreto di nomina. Da qualche giorno si fa insistente il nome di Gino Strada. Conte ha avuto un colloquio telefonico con il fondatore di Emergency, il quale ieri, in un comunicato, ha ribadito la sua disponibilità, ma solo se c’è una reale voglia di cambiamento. Insomma, Strada non è certo disponibile a ruoli di facciata, e inoltre da parte dell’esecutivo non c’è stata ancora una richiesta ufficiale di un suo coinvolgimento.
A sostegno del fondatore di Emergency nelle ultime ore si è schierato anche Matteo Renzi: “Se davvero Gino Strada è disponibile a fare il commissario per la sanità in Calabria”, ha scritto il leader di Italia Viva su Facebook, “il presidente del Consiglio e il ministro della Sanità possono fare una sola cosa per rimediare al pasticcio Cotticelli/Zuccatelli: firmare oggi stesso la nomina di Gino Strada a commissario per la sanità in Calabria. Accompagnarlo fisicamente a Catanzaro. E dargli tutti i poteri”.
“La sanità calabrese è in condizioni che non si possono raccontare: dare carta bianca a Gino Strada non è la soluzione. Ma è un ottimo inizio. Perché Strada è un uomo che non guarda in faccia nessuno: guarda negli occhi tutti, ma non guarda in faccia nessuno. E per la Calabria c’è bisogno di una persona così. Subito”, ha chiosato Renzi.
Reclama un intervento dell’esecutivo anche la senatrice di Leu Loredana De Petris: “Il governo deve ora rompere gli indugi e cogliere immediatamente la disponibilità confermata da Strada ad accettare l’incarico di Commissario straordinario della Calabria. Darebbe così un segnale forte e potente di cambiamento. Qualsiasi esito diverso sarebbe inaccettabile e incomprensibili per tutti e in particolare per gli abitanti della Calabria”.
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