Busta con proiettile al presidente di Confindustria Bergamo
Dopo le minacce al presidente degli industriali lombardi Marco Bonometti (ora sotto scorta), anche il presidente di Confindustria Bergamo, Stefano Scaglia, lunedì 29 giugno ha ricevuto una busta con proiettile calibro 6.25 e una lettera minatoria. La missiva a firma dei ‘Nuclei proletari lombardi’ è stata recapitata all’Eco di Bergamo. “Dove non arriva il Covid arriviamo noi” recita una parte del testo della lettera rivolta a Scaglia e pubblicata sul sito del quotidiano bergamasco. Le minacce sono state ricondotte alla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro per l’indebita pressione delle imprese, che in quella zona non hanno mai smesso di operare, come documentato da noi TPI nella nostra inchiesta in più parti a firma di Francesca Nava, e che in presenza di una zona rossa avrebbero dovuto fermare la produttività, cosa che non era contemplabile, come ci ha detto anche il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti (a cui va la nostra piena solidarietà per le minacce ricevute).
Secondo quanto riporta L’Eco di Bergamo, la lettera minatoria scritta a computer era indirizzata al direttore Alberto Ceresoli. “Il signor Stefano Scaglia di Confindustria sappia che non dimentichiamo mai. Una bara in più non si nega a nessuno mai o lui o un suo familiare. Sempre solo questo potrà ridare dignità a chi è morto sul lavoro. Dove non arriva il Covid arriviamo noi”, si legge.
Il direttore del quotidiano ha avvisato la polizia che ha sequestrato missiva, busta e proiettile. Della vicenda si occupa la Digos. Confindustria Bergamo e “tutti i suoi associati” esprimono in una nota la massima solidarietà e vicinanza al presidente Stefano Scaglia “per la gravissima minaccia, recapitata all’Eco di Bergamo”. “Purtroppo – scrive Confindustria Bergamo – il clima di odio verso l’impresa e gli imprenditori, ingiustamente fomentato in queste ultime settimane, ha portato a questi risultati”. Confindustria Bergamo spera che “si torni a un clima di confronto civile e che vengano abbandonati toni e minacce tanto anacronistiche quanto inconcludenti”. “È solo una rinnovata unità di intenti fra tutte le forze sociali ed economiche che permetterà di superare il difficile momento storico che stiamo attraversando e garantirà la tenuta sociale dell’Italia e la creazione di una nuova stagione di benessere per tutti”, conclude Confindustria Bergamo.
L’inchiesta di TPI sulla mancata chiusura della Val Seriana per punti: