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    Strage bus ad Avellino: sequestrate le barriere sulla A16. “Strade non sicure”

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 3 Mag. 2019 alle 16:12

    “Le strade non sono ancora sicure”. A dirlo è la Procura di Avellino, che ha sequestrato le barriere di ben 12 viadotti dell’autostrada A16 Napoli-Canosa, la stessa che vide l’orrore della strage del bus precipitato nella scarpata sull’Acqualonga il 28 luglio 2013.

    Le vittime – In quel tragico incidente morirono 40 persone per quel pullman turistico malandato con sistema frenante rotto ma anche, sostiene l’accusa, per la mancanza di resistenza del guardrail del viadotto sull’A16 che non resse l’impatto del bus incapace di frenare.

    I sigilli e gli indagati – I ponti interessanti sono Pietra Gemma, Carafone, Vallonato I e II, F.Lenza Pezze, Scofeta Vergine, Sabato, Boscogrande, Francia, Vallone del Duca e Del Varco.

    Tre dirigenti di Autostrade per l’Italia sono stati indagati per varie “omissioni” che risultano al centro dell’inchiesta bis sulla strage di Avellino: Costantino Vincenzo Ivoi, Michele Renzi e Massimo Giulio Fornaci, con gli ultimi due che già risultano imputati nel processo sulla strage del bus di Avellino.

    Il legame con Genova – Secondo le nuove accuse Aspi (già sotto accusa per la tragedia di Genova sul Ponte Morandi) non avrebbe assolto il compito di informare il Ministero dei Trasporti “attraverso un rapporto biennale sull’efficienza delle barriere. Secondo gli esperti se fosse stata fatta manutenzione il bus non sarebbe precipitato”.

    Va ricordato che l’attuale provvedimento di sequestro per i 12 viadotti non determina effetti sul funzionamento e la percorribilità dell’autostrada.

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