Aveva fatto molto discutere nei giorni scorsi il video girato da Flavio Briatore nel quale si chiedeva come fosse possibile vendere una pizza a 4 euro, visto che la sua Crazy Pizza costa almeno 15 (una margherita). Con un coup de théâtre, l’imprenditore ha annunciato: “Cerco di trovare una location, appena la trovo aprirò un Crazy Pizza a Napoli, città che amo”. La chiusura di un cerchio, dopo che ieri Gino Sorbillo e altri pizzaioli avevano offerto tranci gratis per tutti, nel cuore della città: “Perché la pizza è un piatto popolare”.
A tal proposito, Briatore, intervistato alla “Zanzara” da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, ha dichiarato: “Si stanno facendo pubblicità”. “La pizza napoletana non mi piace, ha troppo contorno e lievito, a Salerno la fanno diversa, più sottile. Ormai la pizza è un prodotto mondiale, con Napoli non ha nulla a che fare”, ha aggiunto il patron del Billionaire. Ma i pizzaioli napoletani al momento non sembrano temere la concorrenza della Crazy Pizza: “Sulla pizza napoletana non accettiamo lezioni da chi non ha nessun titolo per farne”, replica il presidente della commissione agricoltura della regione Campania Francesco Emilio Borrelli. “Ancora una volta Flavio Briatore interviene a sproposito non sapendo minimamente di cosa parla. La pizza, riconosciuta dall’UE con marchio STG (Specialità Tradizionale Garantita), inserita dal 2017 nella lista Unesco dei patrimoni mondiali dell’umanità per la tradizione del pizzaiolo napoletano, è tipicamente un piatto povero e popolare, non di certo appannaggio per cafoni arricchiti. La tradizione secolare e la cultura che accompagna questo straordinario piatto di certo non può essere insolentita da un parvenu della ristorazione per ricchi. Briatore farebbe bene a venire a lezione dai pizzaioli napoletani dai quali potrebbe apprendere tanti segreti per una buona pizza realizzata con prodotti di qualità e alla portata di tutti”.
“Dice che se la pizza costa poco non è buona? Ecco, noi la facciamo così e gli ingredienti sono questi: assaggiatela e ditemi com’è”, ha ribattuto Gino Sorbillo. La polemica di questi giorni era nata dalle parole dell’imprenditore che aveva puntato il dito contro chi vende pizza — a suo dire — low cost. “Come fanno a vendere una pizza a 4 e 5 euro? Cosa mettono dentro queste pizze? Se devi pagare stipendi, tasse, bollette e affitti i casi sono dure: o vendi 50mila pizze al giorno o è impossibile. C’è qualcosa che mi sfugge”.