Brandizzo gli avvertimenti prima della strage: “Fermi, devono passare altri due treni”
Sono diversi gli avvertimenti ricevuti da Antonio Massa, tecnico di Rfi che scortava i cinque operai travolti e ucciso da un treno a Brandizzo (Torino). Nell’arco di due telefonate nella notte tra mercoledì e giovedì, la dirigente movimento della stazione di Chivasso aveva vietato a Massa di dare il via libera agli operai.
La prima telefonata, secondo quanto riporta La Repubblica, è avvenuta tra le 23.26 e le 23.29. “Possiamo cominciare?”, aveva chiesto Massa alla tecnica di Chivasso (non indagata). “State fermi. Deve ancora passare un treno, che è in ritardo. Aggiorniamoci dopo”, la risposta dell’addetta di Rfi. Gli operai avrebbero invece ricevuto l’autorizzazione per iniziare a lavorare sui binari. Lo confermano i filmati delle telecamere di sorveglianza e anche i rumori di sottofondo nella seconda telefonata, avvenuta poco dopo le 23.30. “Adesso possiamo andare?”, aveva chiesto Massa nella seconda conversazione, in cui si sentiva il rumore degli operai spingere, con attrezzi rumorosi, sul binario. “No”, aveva ripetuto la tecnica, spiegando: “bisogna aspettare dopo la mezzanotte. Ci sono due fasce orarie possibili in cui lavorare dopo quell’ora, o prima o dopo l’una e mezza, ora in cui passerà un altro treno. Scegliete voi quale preferite”. Nella terza telefonata, quella della strage, si sente solo un’esplosione mentre Massa e la sua interlocutrice sono in silenzio. Seguono altre due comunicazioni in cui Massa, in lacrime, spiega che “sono morti tutti”. Insieme a Massa, è attualmente indagato anche Andrea Gibin, caposquadra per la ditta Si.gi.fer, presente anche lui alla stazione.
Gli inquirenti, dopo le perquisizioni nelle sedi della Si.gi.fer e negli uffici di Rfi, stanno cercando elementi per dimostrare che quella di iniziare i lavori prima del rilascio dell’autorizzazione scritta fosse una procedura già seguita in passata. Se la tesi venisse provata, anche le due società rischierebbero di essere indagate.