“Caro Beppe Grillo, ti devi semplicemente vergognare”. Così Maria Elena Boschi, capogruppo alla Camera di Italia Viva, commenta le parole del garante del Movimento 5 Stelle che, in un video pubblicato sul suo Blog, prende le difese del figlio Ciro, accusato di stupro insieme ad altri tre amici nei confronti di una ragazza italo-svedese conosciuta in Sardegna a Porto Cervo nell’estate del 2019.
“Perché non li avete arrestati subito? Ce li avrei portati io in galera, a calci nel culo. Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c’è stato alcuno stupro“, afferma Grillo nel filmato. “Una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio va in kitesurf e dopo otto giorni fa la denuncia: vi è sembrato strano. Bene, è strano. Se non avete arrestato mio figlio, arrestate me perché ci vado io in galera”.
“Le sue parole sono piene di maschilismo“, sottolinea l’ex ministra. “Quando dice che la ragazza ci ha messo otto giorni a denunciare fa un torto a tutte le donne vittime di violenza e forse non sa il dolore che passa attraverso quelle donne, che spesso impiegano non giorni, ma settimane per superare magari la vergogna e l’angoscia”.
“C’è un video, passaggio per passaggio, e si vede che c’è la consensualità: un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande e saltellano col pisello così perché sono quattro coglioni, non quattro stupratori”, continua l’ex comico.
“Anche quando dice che si tratta di ‘quattro ragazzi che stanno scherzando’, deresponsabilizza degli adulti maggiorenni e lo fa semplicemente perché lui è famoso e può fare l’avvocato del proprio figlio”, prosegue Boschi. “Non sta a me dire se ha torto o ha ragione: per quello ci sono i magistrati. Ma che lui utilizzi il suo potere politico e mediatico per assolvere il figlio è vergognoso”.
In Italia, la vittima ha fino a sei mesi per denunciare uno stupro alle autorità. L’art. 609-septies del Codice penale prevede infatti che i reati di violenza sessuale siano perseguiti solo a seguito di una querela di parte della vittima, che ha appunto sei mesi dalla data del reato per presentarla.
Boschi ricorda poi gli attacchi del M5S al padre, Pierluigi Boschi, ex membro del CdA di Banca Etruria, accusando l’ex comico di adottare due pesi e due misure. “Di che cosa si lamenta oggi Beppe Grillo? Di un clima schifoso, di un attacco verso la sua famiglia? Ma vi ricordate cosa ha fatto a me, a mio padre, alla mia di famiglia?”, ha ricordato l’ex ministra. “Mio padre è stato accusato di ben altri reati, certo non di stupro. E dopo indagini di anni, non ha nemmeno una sentenza di condanna. Archiviato. Eppure quanto odio, quanta volgarità, quanta violenza verbale in quegli anni hanno accompagnato la mia famiglia. Spesso ispirati da Beppe Grillo e dal M5S. Eppure noi abbiamo aspettato che parlassero i giudici, abbiamo aspettato che la giustizia facesse il proprio corso a differenza di Beppe Grillo“.
“A me piacerebbe che dentro il Movimento 5 stelle, qualcuno, magari qualche donna, prendesse le distanze da Beppe Grillo e non perché io debba condannare il figlio: sono garantista con tutti anche con lui”. Alle tante manifestazioni di solidarietà e comprensione ricevute dall’ex comico si è aggiunta la condanna della deputata Federica Daga del M5S.
“Grillo ha fatto un discorso grave che mi ha fatto rivivere tutto il mio dramma: un discorso da uomo arrabbiato. Ma come si fa a dire che una violenza non è violenza se viene denunciata otto giorni dopo?”, ha denunciato la parlamentare a Repubblica. “Io sono stata massacrata di botte e perseguitata da un uomo che sono riuscita a denunciare soltanto a sei mesi dalla fine di quell’incubo”.
Altre due esponenti 5 Stelle hanno espresso il proprio dissenso nei confronti del Garante del Movimento. “Una donna ha diritto di denunciare quando se la sente”, ha sottolineato la deputata Maria Edera Spadoni. “La magistratura valuterà, ma le donne hanno sempre il diritto di denunciare, come e quando lo ritengono più opportuno”, ha aggiunto la collega alla Camera, Elisa Tripodi. “Mi auguro che la vicenda verrà trattata con serietà e rispetto”
Intanto la Procura di Tempio Pausania va avanti. I pm devono decidere se chiedere il rinvio a giudizio di Ciro Grillo, che insieme ai tre amici respinge le accuse: “Non fu violenza ma sesso consenziente”.
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